A quanto pare la vicenda Sanremo non tende a fermarsi. E se in passato, le incognite, le curiosità e le indiscrezioni erano tutte rivolte al nome del presentatore o delle presenze femminili, quest'anno l'interrogativo principale è rivolta paradossalmente, con un Bonolis già pronto, all'esistenza dello stesso Sanremo 2009. La manifestazione è a rischio, lo si è capito oramai. Le pretese politiche da un lato, e quelle televisive (influenzate in gran parte da pubblicità ed effettivi ricavi) a quanto pare sono ancora lontane, per giungere ad un accordo. Le parole di Cappon sono state dure a quanto pare, ed a quanto si leggo dall'articolo de Il Giornale che qui di seguito riportiamo. E nel tutto, taluni si divertono a declamare la fine della kermesse, senza realmente cercare una soluzione. Ma d'altronde a tutto questo dovremmo essere abituati: Sanremo è Sanremo.Ecco l'articolo..
Sanremo, nuovo ultimatum Rai
Cappon al sindaco "Accordo subito o faccio saltare il Festival 2009"
GIANNI MICALETTO
SANREMO Niente convenzione, niente Festival. La Rai avverte nuovamente (anche definitivamente?) il Comune di Sanremo: l’edizione 2009 rischia davvero di saltare in assenza di un veloce rinnovo del contratto d’esclusiva su diritti d’immagine e organizzazione. È il senso della lettera inviata ieri dal direttore generale, Claudio Cappon al sindaco Claudio Borea, dopo il primo avviso di una settimana fa, che non ha prodotto risultati. Il manager di viale Mazzini puntava infatti a ottenere un’intesa di massima da portare al Cda prima della pausa di Ferragosto, per avviare la complessa macchina del Festival (già in forte ritardo) e chiudere l’accordo con Paolo Bonolis, individuato come l’uomo del rilancio. Ma da Sanremo ha ricevuto soltanto una generica disponibilità a riprendere le trattative interrotte da un divario ancora troppo ampio fra richieste del Comune e contropoposte della Rai. Che mira a sforbiciare l’attuale impegno economico fra versamenti «cash» (8,3 milioni annui) e sforzi produttivi in città per altri eventi. I tagli potrebbero essere del 30%, in modo da destinare maggiori risorse a un «restyling» ormai irrinunciabile. Da qui il muro contro muro, scatenato pure dalle divergenze sulla durata dell’intesa (la Rai vuole legarsi solo per tre anni) e sul Dopofestival, che il Comune vorrebbe far passare come un obbligo, per assicurare al Casinò una vetrina televisiva. Paletti che in viale Mazzini interpretano come un atteggiamento di chiusura, nonostante le rassicurazioni del sindaco: «Siamo disponibili a giungere a una soluzione condivisa». Già oggi partirà la risposta a Cappon: «Siamo certi che anche da parte della Rai ci sia un atteggiamento positivo, per trovare una rapida intesa». Nell’attesa, Enzo Mazza, il presidente della Fimi, torna a disegnare scenari catastrofici, dopo aver predetto la fine della gara canora nel giro di pochi anni: «Anche la Rai si sta rendendo conto che il Festival è un evento molto costoso e dal destino segnato - dice - e che non si può dare alla città di Sanremo tutto questo denaro. Ormai Sanremo è un prodotto puramente televisivo, destinato a scomparire quando scomparirà questo genere di tv. Chi è interessato ci va, altrimenti l’appuntamento non è assolutamente centrale. Ma noi avevamo detto che la formula andava rivista, che il modello non funziona più. Occorre dare più spazio ai giovani, lanciare nuovi talenti. Ma anche in questo ambito il Festival deve fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita». Chiaro il riferimento a X Factor. Alla faccia di SanremoLab, un altro dei paletti posti dal Comune.
GIANNI MICALETTO
SANREMO Niente convenzione, niente Festival. La Rai avverte nuovamente (anche definitivamente?) il Comune di Sanremo: l’edizione 2009 rischia davvero di saltare in assenza di un veloce rinnovo del contratto d’esclusiva su diritti d’immagine e organizzazione. È il senso della lettera inviata ieri dal direttore generale, Claudio Cappon al sindaco Claudio Borea, dopo il primo avviso di una settimana fa, che non ha prodotto risultati. Il manager di viale Mazzini puntava infatti a ottenere un’intesa di massima da portare al Cda prima della pausa di Ferragosto, per avviare la complessa macchina del Festival (già in forte ritardo) e chiudere l’accordo con Paolo Bonolis, individuato come l’uomo del rilancio. Ma da Sanremo ha ricevuto soltanto una generica disponibilità a riprendere le trattative interrotte da un divario ancora troppo ampio fra richieste del Comune e contropoposte della Rai. Che mira a sforbiciare l’attuale impegno economico fra versamenti «cash» (8,3 milioni annui) e sforzi produttivi in città per altri eventi. I tagli potrebbero essere del 30%, in modo da destinare maggiori risorse a un «restyling» ormai irrinunciabile. Da qui il muro contro muro, scatenato pure dalle divergenze sulla durata dell’intesa (la Rai vuole legarsi solo per tre anni) e sul Dopofestival, che il Comune vorrebbe far passare come un obbligo, per assicurare al Casinò una vetrina televisiva. Paletti che in viale Mazzini interpretano come un atteggiamento di chiusura, nonostante le rassicurazioni del sindaco: «Siamo disponibili a giungere a una soluzione condivisa». Già oggi partirà la risposta a Cappon: «Siamo certi che anche da parte della Rai ci sia un atteggiamento positivo, per trovare una rapida intesa». Nell’attesa, Enzo Mazza, il presidente della Fimi, torna a disegnare scenari catastrofici, dopo aver predetto la fine della gara canora nel giro di pochi anni: «Anche la Rai si sta rendendo conto che il Festival è un evento molto costoso e dal destino segnato - dice - e che non si può dare alla città di Sanremo tutto questo denaro. Ormai Sanremo è un prodotto puramente televisivo, destinato a scomparire quando scomparirà questo genere di tv. Chi è interessato ci va, altrimenti l’appuntamento non è assolutamente centrale. Ma noi avevamo detto che la formula andava rivista, che il modello non funziona più. Occorre dare più spazio ai giovani, lanciare nuovi talenti. Ma anche in questo ambito il Festival deve fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita». Chiaro il riferimento a X Factor. Alla faccia di SanremoLab, un altro dei paletti posti dal Comune.
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