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sabato 15 novembre 2008

IL FENOMENO CINE-PANETTONE DAL PUNTO DI VISTA TELEVISIVO: ACME PER CHI FA TV E OTTIMO TAPPABUCHI IN PALINSESTO

C’è chi vuole guardarli come forma d’arte, per la loro comicità unilaterale, in grado di divertire e far ridere praticamente ogni tipologia di pubblico. C’è chi, invece, contrariamente, punta alla radice di quel divertimento e li disprezza: troppe parolacce, scontatezza nella trama altresì ripetuta di film in film, medesimi personaggi rinnovati nei ruoli in maniera solo apparente. Al di là delle parti prese, è un innegabile dato di fatto che il cine-panettone, a livello puramente cinematografico, è un grande serbatoio da cui il cinema italiano, altrimenti snobbato dai giri che contano eccetto per alcune rare perle, fama e successo. Sempliciotti, familiari, di svago, riescono sempre a fare un incredibile botto di incassi, di quelli da mettersi le mani nei capelli e di quelli che portano, naturalmente, ad interrogarsi. Vuoi sullo stato di salute del cinema nostrano, vuoi sui gusti e sulle richieste implicite dell’eterogeneo pubblico pagante, vuoi per tanti ed altri motivi. Sempre più, però, l’idea del cine-panettone si fonde e diviene parte del macrogenere della televisione. Perché?

Sembra quasi che siano due le strade battute per questo tipo di ragionamento: il cine-panettone come evasione dalla tv per determinati personaggi e il cine-panettone come oasi felice tale da coprire un vuoto in palinsesto. Nel primo caso, è sempre maggiore il prestito che la televisione fa al cinema per la richiesta (voluta, imposta?) di personaggi televisivi che approdano, non avendo le capacità, le basi e i tempi, al modo di farlo spicciolo e semplice. È sotto quest’ottica che deve essere letta la realizzazione, tra gli altri, di Commediasexi con protagonisti Paolo Bonolis ed Elena Santarelli o di Simona Ventura a La fidanzata di papà, ultimo film natalizio, in ordine di uscita, di Massimo Boldi. L’interrogativo riguarda, però, il cosa spinge un volto famoso della tv a fare il cine-panettone. Volontà di mettersi in gioco, risposta all’esigenza di divismo assoluto, valvola di sfogo rispetto ad un momento ‘no’ relativamente alla carriera televisiva? L’effetto prevalente, comunque, è del tutto beneficiario al film stesso: la gente, richiamata all’attenzione dal fatto che ci sia quel vip conosciuto in tv, è accalappiata dinanzi al grande schermo oltre che per il girato in sé e per sé, soprattutto per la partecipazione della “guest star”. Quindi, frequentemente, il personaggio televisivo è chiamato a fare la parte dell’attore per risollevarne la sorte preventivata. Una sorta di simbiosi da cui traggono guadagno chi il film lo produce e chi, eccezionalmente, al film partecipa, in termini, naturalmente, di fama.

Il cine-panettone, però, non solo come punto d’arrivo per circoscritte individualità, ma anche come aiuto in palinsesto. Capita che, a volte – in questa stagione, ad onor del verro, in maniera più frequente -, un prodotto sul quale una rete ha investito dimostra di non aver appeal e di non esercitare presa sul pubblico. La sua cancellazione, come evidente rifiuto e diniego dello stesso all’oggetto, provoca la “liberazione” non voluta e non ipotizzata di una serata: la sua copertura è affidata a film e, quando il tutto avviene in periodo natalizio, ai cine-panettoni, per l’appunto. In primis, ovviamente, quelli che hanno fatto storia: gli storici firmati dalla coppia Boldi-De Sica. Allora ben vengano i Vacanze di Natale 2000 della scorsa domenica o il Merry Christmas della prossima, tanto più che, seppur straconosciuti, riescono a totalizzare un ascolto per niente orrendo. Passati sull’ammiraglia tanto prima, sulle cadette poi, di ritorno sulla prima, 4 milioni di telespettatori, di questi tempi, non si buttano, ma sono proprio oro colato. Sintomo di come a volte la dabbenaggine voglia essere l’oggetto in cui identificarsi per un paio di ore o più, mettendo da parte i problemi e i pensieri di ogni giorno.

In fondo, chi non ama farsi due risate al cinema, in tv, via web con le simpatiche stupidaggini di De Sica, Boldi, Pieraccioni e compagnia cantando? Assodato che, però, il cinema, quello con la ‘c’ maiuscola è tutt’altro, ci si intenda.

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