Amici 8, per quanto criticabile, sta comunque ottenendo ottimi risultati d’ascolto. Il merito, tuttavia, è da attribuire anche al suo autore storico, Luca Zanforlin, che proprio per questa edizione è diventato anche conduttore di quello che è il nuovo appuntamento del sabato pomeriggio, subentrando ad una sempre più presente, televisivamente parlando, Maria De Filippi. Autore anche di strabilianti successi del passato, Il brutto anatroccolo e Meteore in primis, scrittore di libri per adolescenti, Ad un passo dal sogno, e quindi conduttore, cos’altro aggiungere alla carriera di Zanforlin? Leggiamolo dalle sue stesse parole tratte da un’intervista rilasciata di recente molto interessante nella quale vi è una grande divagazione dal persona al ruolo ricoperto nel programma sempre più prepotente.
Dalla seconda edizione di Amici, nel 2002, Luca Zanforlin è al fianco di Maria De Filippi. Quest’anno lei lo ha scelto a succederle nella conduzione del sabato pomeriggio e lo vediamo in onda con gli allievi anche nella striscia quotidiana. “Con Chicco Sfondrini e Mauro Monaco faccio parte della terza degli autori”, precisa Zanforlin, “Ma io ho un ruolo diverso, sono il ‘confessore’ dei ragazzi e faccio da tramite coi prof”.
Che cosa intende per ‘confessore’?
Ho incontrato i ragazzi a maggio, sono stato con loro tutta l’estate, durante la selezione e i provini. E per tutti i mesi della scuola vivo con loro 10 ore al giorno. Quindi ho la presunzione di conoscerli meglio di chiunque altro. Sto dalla loro parte.
Quest’anno però siete diventati più severi…
È così, perché gli allievi di questa scuola di spettacolo sono un esempio per i ragazzi che ci seguono da casa. E anche il discorso nei confronti dei professori, che è giusto e importante esprimere, deve avvenire attraverso il confronto, non con gli insulti.
Rispetto ai primi anni di Amici ha notato qualche differenza negli allievi di quest’ultima edizione?
Ogni volta mi arrabbio un po’ di più con chi m dice che i giovani d’oggi sono passivi e privi di valori. Per me di anno in anno migliorano: quelli che arrivano qui hanno capito che la sincerità paga anche in tv e che i comportamenti da furbi, per ingraziarsi il pubblico, si smascherano facilmente. Non subiscono più la tv e usano questo mezzo con intelligenza.
Ma vengono sempre microforati e ripresi?
Solo nelle ore scolastiche: dalle 9,30 alle 18,30. Poi sono liberi, anche se vivono tutti in un unico residence ed entro le 23 scatta il coprifuoco. Sì, la loro giornata è molto impegnativa, ma è anche un’occasione di crescita incredibile, perché una settimana in questa scuola equivale a un mese fuori per stimoli, strumenti e pressione psicologica.
A proposito di pressione psicologica e competitività: non sono eccessive?
No, da noi gli allievi sono coccolati e tutti protagonisti; fuori di qui invece capita che si presentino in 500 per un solo posto da attore. In realtà, questi ragazzi hanno un vantaggio sui coetanei: inseguono un sogno. E avere un sogno, indipendentemente dalla possibilità di realizzarlo, fa la differenza.
Parlando di sogni, il suo, Zanforlin, è di diventare conduttore?
No, non mi vedo a condurre un quiz o un varietà. Non ho la verve, la solarità e neanche il fisico che secondo me il ruolo richiede. Però conosco e maneggio questo programma e quindi ho il compito di condurre il pubblico alla comprensione di Amici, che cambia di giorno in giorno. È in questo senso che sono conduttore.
Dal ’92 lei fa soprattutto l’autore e ha lavorato in programmi come Matricole, Meteore e Il brutto anatroccolo. Il suo preferito?
Il brutto anatroccolo, perché racconta la possibilità di un riscatto, si avvicina al discorso del sogno, della realizzazione di sé.
Quanto ha inciso Amici nella sua evoluzione professionale?
Abbastanza. È arrivato in un momento della mia vita in cui ero stanco della solita tv precotta, congelata, senza cuore né anima. Qui invece non c’è niente di già scritto, ogni giorno il racconto cambia e in mezzo succede di tutto. Con Maria poi ci capiamo al volo, è un’autrice che fa solo ciò che conosce e che le piace. E ha un’onestà in cui mi ritrovo.
Dalla seconda edizione di Amici, nel 2002, Luca Zanforlin è al fianco di Maria De Filippi. Quest’anno lei lo ha scelto a succederle nella conduzione del sabato pomeriggio e lo vediamo in onda con gli allievi anche nella striscia quotidiana. “Con Chicco Sfondrini e Mauro Monaco faccio parte della terza degli autori”, precisa Zanforlin, “Ma io ho un ruolo diverso, sono il ‘confessore’ dei ragazzi e faccio da tramite coi prof”.
Che cosa intende per ‘confessore’?
Ho incontrato i ragazzi a maggio, sono stato con loro tutta l’estate, durante la selezione e i provini. E per tutti i mesi della scuola vivo con loro 10 ore al giorno. Quindi ho la presunzione di conoscerli meglio di chiunque altro. Sto dalla loro parte.
Quest’anno però siete diventati più severi…
È così, perché gli allievi di questa scuola di spettacolo sono un esempio per i ragazzi che ci seguono da casa. E anche il discorso nei confronti dei professori, che è giusto e importante esprimere, deve avvenire attraverso il confronto, non con gli insulti.
Rispetto ai primi anni di Amici ha notato qualche differenza negli allievi di quest’ultima edizione?
Ogni volta mi arrabbio un po’ di più con chi m dice che i giovani d’oggi sono passivi e privi di valori. Per me di anno in anno migliorano: quelli che arrivano qui hanno capito che la sincerità paga anche in tv e che i comportamenti da furbi, per ingraziarsi il pubblico, si smascherano facilmente. Non subiscono più la tv e usano questo mezzo con intelligenza.
Ma vengono sempre microforati e ripresi?
Solo nelle ore scolastiche: dalle 9,30 alle 18,30. Poi sono liberi, anche se vivono tutti in un unico residence ed entro le 23 scatta il coprifuoco. Sì, la loro giornata è molto impegnativa, ma è anche un’occasione di crescita incredibile, perché una settimana in questa scuola equivale a un mese fuori per stimoli, strumenti e pressione psicologica.
A proposito di pressione psicologica e competitività: non sono eccessive?
No, da noi gli allievi sono coccolati e tutti protagonisti; fuori di qui invece capita che si presentino in 500 per un solo posto da attore. In realtà, questi ragazzi hanno un vantaggio sui coetanei: inseguono un sogno. E avere un sogno, indipendentemente dalla possibilità di realizzarlo, fa la differenza.
Parlando di sogni, il suo, Zanforlin, è di diventare conduttore?
No, non mi vedo a condurre un quiz o un varietà. Non ho la verve, la solarità e neanche il fisico che secondo me il ruolo richiede. Però conosco e maneggio questo programma e quindi ho il compito di condurre il pubblico alla comprensione di Amici, che cambia di giorno in giorno. È in questo senso che sono conduttore.
Dal ’92 lei fa soprattutto l’autore e ha lavorato in programmi come Matricole, Meteore e Il brutto anatroccolo. Il suo preferito?
Il brutto anatroccolo, perché racconta la possibilità di un riscatto, si avvicina al discorso del sogno, della realizzazione di sé.
Quanto ha inciso Amici nella sua evoluzione professionale?
Abbastanza. È arrivato in un momento della mia vita in cui ero stanco della solita tv precotta, congelata, senza cuore né anima. Qui invece non c’è niente di già scritto, ogni giorno il racconto cambia e in mezzo succede di tutto. Con Maria poi ci capiamo al volo, è un’autrice che fa solo ciò che conosce e che le piace. E ha un’onestà in cui mi ritrovo.
1 commento:
Certo che Zanforlin ha una bella faccia tosta. Dice, riferendoci ai ragazzi, "sto dalla loro parte". Ma perchè non dice che sta dalla parte di chi gli è simpatico e contro chi non gli va a genio? Perchè non dice che sta dalla parte degli ascolti e se ne frega della maggior parte dei ragazzi?Così è più veritiera la cosa.
Comunque, da quando amici è stato tolto a Chicco e le redini gli sono state date a Zanforlin NON SI PUò PIù VEDERE. è UNO SCHIFO
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