La televisione spesso ci pone dinanzi agli occhi delle immagini, che noi, nella maggior parte dei casi "subiamo", senza rifletterci su nemmeno molto. Le inglobiamo, le utilizziamo per realizzare un filo logico, e poi le espelliamo, senza trattenere dati che ci possono apparire futili. Ebbene, dinanzi a quanto accadrà stasera, nella serata finale di Carramba che Fortuna, in cui si avrà l'estrazione dei biglietti vincenti, con l'ospitata di Ezequiel Lavezzi, mi piacerebbe leggere "tra le righe". Mi spiego meglio. Inutile aspettare. Si tratterà del consueto tifoso fan che, disperato, ha pensato bene di telefonare alla redazione di Carramba per incontrare il proprio beniamino. Nulla di strano finora.
Ciò che appare strano ai miei occhi è che, dopo anni, anzi decenni, quel giocatore del Napoli non corrisponda al nome di Diego Armando Maradona. Spesso ci siamo concentrati sulla questione partenopea, soprattutto il nostro ElBarto, affrontando il modo in cui la "città del Vesuvio" è trattata dal piccolo schermo. Ed io,sinceramente, anche in questo singolo e semplice frangente visibile nella puntata di stasera, condotta da Raffaella Carrà, intravedo un minimo di evoluzione. Una evoluzione che, nel mondo dello sport, trova un suo minimo rilfesso anche nella realtà quotidiana. Spesso i napoletani infatti, sono stati tacciati di eccessivo "nostalgivismo", di vivere sui ricordo, ciechi di quanto potesse accadere in un prossimo futuro. Ebbene, qualcosa sta cambiando, forse. Difficile dimenticare, quasi impossibile, il passato. I napoletani però, hanno finalmente una speranza. Una speranza di non vivere solo nel passato, ma aprire gli occhi anche su un ostico futuro. Questa sera l'emblema di Napoli sarà Ezequiel Lavezzi, e non Diego Armando Maradona. Questa sera sarà una Napoli nuova che si porrà dinanzi agli occhi degli italiani. Questa sera sarà una Napoli vincente che si esporrà, con un suo emblema, al giudizio, alle critiche, agli incensamenti altrui. D'altronde, proprio la città del Vesuvio come si dice? Scurdammc o' passat, simm e Napule, paisà!
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