La televisione, mezzo che abbraccia tutto l'arco di una giornata con le sue espressioni, soddisfa tale intento non soltanto con i suoi prodotti, e quindi le trasmissioni, le fiction, i talk show, i film e così via, ma, in una percentuale minore, che però acquisisce nel corso del tempo un'importanza sempre più dilagante e prepotente, anche con quei "residui" i quali sono spesso oggetti delle nostre riflessioni. Uno di questi, come abbiamo già avuto modo di vedere, seppur nella loro brevità, hanno assorbito le mutazioni di una società da quando è stata immessa sul mercato televisivo a quando, oggigiorno, è divenuta succube dello stesso. Abbiamo perciò parlato dei bumpers, quelle microsequenze che imperversavano tra spot ed altri, che variavano, di pari passo coi tempi, nelle loro immagini, nei loro colori e nei loro stringati messaggi. C'è però un altro baluardo della televisione che fu, maggiormente identificativo dei tempi e dei costumi che parzialmente ha anche diffuso se non dettato il mezzo, che è ancor più conosciuto dei primi, per differenza di stile, di forma, ma soprattutto di oggetto. Il bumper era pur sempre un qualcosa che era ed è fine a sé stesso, ruotante attorno ad un marchio che doveva divenire parte di un contesto.
Se io dicessi "Signore e signori, buonasera", avrei in un tempo pari a quello utilizzato per scandire bene queste poche parole, reso idea di ciò che intendo. La televisione di un tempo faceva uso, a discapito di quella di oggi, delle cosidette signorine buonasera. Il termine, che è la rilettura ilare del più composto annunciatrici televisive, è sicuramente uno di quelli evocativi del passato e quindi della storia del mezzo. Quale il loro ruolo? Molto semplice: annunciare letteralmente quelli che poi sarebbero stati i programmi in onda sulla rete, informando così i telespettatori dei differenti appuntamenti previsti per la determinata giornata in corso. La prima di tutte, anche se il suo compito fu leggermente diverso in quanto trattatosi dell'annuncio della nascita della televisione italiana, fu Fulvia Colombo che, il 3 gennaio del 1954, così esordì:
Oggi, invece, come è stato rimodellato il ruolo dell'annunciatrice? Naturalmente il cambiamento delle abitudini, degli usi oltreché dei mezzi è fondamentale nel capire tale differenziazione. Il ruolo, l'oggetto portato dalle signorina buonasera, ovvero il rendere noto cosa è in programma, nell'era della variazione di palinsesto a partire dagli ascolti registrati di giornata in giornata e in quella della rete e del Web, è pressoché nullo. L'annuncio è rigorosamente registrato, a testimonianza della frenesia che tartassa chi oggi fa televisione, oltre, ovviamente, al fatto che di tutti quei requisiti uno solo è rimasto ancora in vita: la bellezza. Potremmo dire che c'è anche qualche altra cosa che può determinare l'avvio alla carriera televisiva, nei casi più duri, a partire da questo incarico, ma è meglio stendere un velo pietoso. Oggi l'annunciatrice non si trova più in piedi, composta, dinanzi ad una tenda con un faro ed una telecamera, ma è proprio su un set, con tanto di divano sul quale stare comodamente. Credo, personalmente, che ci sia una cosa che dia particolarmente fastidio a tutti i telespettatori e sia sinonimo del radicale cambiamento del modo di vivere questa figura, ossia il saluto finale. Se prima la platea degli anni '70 od '80 si congedava con un cordiale "Arrivederci", adesso, se tutto va bene, ci si ritrova con un dito nell'occhio, quanto di più squallido possibile immaginare e fare.
Un modo per farceli chiudere dinanzi alla bassezza del modo di essere del mezzo del nuovo millennio?
Se io dicessi "Signore e signori, buonasera", avrei in un tempo pari a quello utilizzato per scandire bene queste poche parole, reso idea di ciò che intendo. La televisione di un tempo faceva uso, a discapito di quella di oggi, delle cosidette signorine buonasera. Il termine, che è la rilettura ilare del più composto annunciatrici televisive, è sicuramente uno di quelli evocativi del passato e quindi della storia del mezzo. Quale il loro ruolo? Molto semplice: annunciare letteralmente quelli che poi sarebbero stati i programmi in onda sulla rete, informando così i telespettatori dei differenti appuntamenti previsti per la determinata giornata in corso. La prima di tutte, anche se il suo compito fu leggermente diverso in quanto trattatosi dell'annuncio della nascita della televisione italiana, fu Fulvia Colombo che, il 3 gennaio del 1954, così esordì:
La RAI - Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive.Come, quindi, ripassare oramai 54 anni partendo dal suo principio. Fintanto che esisteva un unico canale, la storica prima rete, l'annunciatrice storica corrispondeva al nome di Nicoletta Orsomando, emblema e portatrice poi di quelle caratteristiche che saranno determinanti, fino ad un certo periodo, nella scelta di una signorina buonasera ad hoc. Una dizione che rasenti la perfezione, una serenità tale che possa trasparire anche attraverso lo schermo, sicuramente bellezza che non sfociasse nella lascività, ma soprattutto professionalità. La stessa professionalità, requisito sul quale, purtroppo, oggi si sorvola con molto dilettantismo. E' facile capire la motivazione per la quale tutto ciò era richiesto, al di là del fatto che fossero basi senza le quali non si sarebbe potuto entrare nel mondo in questione: gli annunci, sparsi nel corso di una giornata, erano in rigorosa diretta. Un errore sarebbe stato tale a livello nazionale, infatti. Il continuo ricorrere ad esse, e il fatto che cambiassero sporadicamente facevano di loro non solo immagini di una rete, quanto piuttosto personaggi di un tempo. Dopo i conduttori, i cantanti e gli attori, si potrebbe dire che la signorina buonasera sia cardine di un periodo passato, sempre parlando da un punto di vista televisivo.
Oggi, invece, come è stato rimodellato il ruolo dell'annunciatrice? Naturalmente il cambiamento delle abitudini, degli usi oltreché dei mezzi è fondamentale nel capire tale differenziazione. Il ruolo, l'oggetto portato dalle signorina buonasera, ovvero il rendere noto cosa è in programma, nell'era della variazione di palinsesto a partire dagli ascolti registrati di giornata in giornata e in quella della rete e del Web, è pressoché nullo. L'annuncio è rigorosamente registrato, a testimonianza della frenesia che tartassa chi oggi fa televisione, oltre, ovviamente, al fatto che di tutti quei requisiti uno solo è rimasto ancora in vita: la bellezza. Potremmo dire che c'è anche qualche altra cosa che può determinare l'avvio alla carriera televisiva, nei casi più duri, a partire da questo incarico, ma è meglio stendere un velo pietoso. Oggi l'annunciatrice non si trova più in piedi, composta, dinanzi ad una tenda con un faro ed una telecamera, ma è proprio su un set, con tanto di divano sul quale stare comodamente. Credo, personalmente, che ci sia una cosa che dia particolarmente fastidio a tutti i telespettatori e sia sinonimo del radicale cambiamento del modo di vivere questa figura, ossia il saluto finale. Se prima la platea degli anni '70 od '80 si congedava con un cordiale "Arrivederci", adesso, se tutto va bene, ci si ritrova con un dito nell'occhio, quanto di più squallido possibile immaginare e fare.
Un modo per farceli chiudere dinanzi alla bassezza del modo di essere del mezzo del nuovo millennio?
2 commenti:
C'e da ricordare che se la "squadra" di signorine buonasera Rai si alternavano a turni sulle varie reti ... nelle nascenti tv private ...degli anni 80 invece presto si arrivò a un unico volto identificativo della rete ...
La differenza sostanziale ... tra quelle Rai e quelle Mediaset ( allora Fininvest ) era che mentre le prime avevano sempre un tono
+ ufficiale e un annuncio cordiale
ma un pò distaccato ... nelle tv private ben presto si arrivò ad annunci tv con tono + confidenziale
e allegro ... a volte con veri e propri sketch ... prima dell'inizio di alcuni programmi di punta di prima serata... ( con la fortuna che a differenza di quelli Rai , erano tutti registrati ) con
... addirittura qualche sconfinamento ... nel privato ...
come quello della Brigliadori ...annunciatrice di Canale 5 ... che negli anni 80 salutò il pubblico di Canale 5 ... prima del matrimonio ...
Non mi pronuncio ...sulle nuove signorine buonasera ... Rai ...
che ... fanno rimpiangere la simpatica Nicoletta Orsomando ...
che in una recente apparizione nel programma sulla tv della Clerici ...ha dimostrato di avere + stoffa e bravura ... rispetto alle nuove algide e fredde sostitute ...
Ah, ecco la nostra grandissima memoria storica televisiva! :) Ciao, Ital!
Vedi come sei prezioso? Questa delle signorine buonasera Mediaset non la sapevo :) Forse il fatto che usassero un tono più confidenziale era ascrivibile alla novità stessa che poi Fininvest ha rappresentato negli anni '80. Mitico l'annedoto sulla Brigliadori :D :D
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