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martedì 28 ottobre 2008

LA TV E I BUMPERS, LE MICROSEQUENZE CHE IMPERVERSA(VA)NO TRA UNA PUBBLICITA' E L'ALTRA...

Se vi chiedessi di spiegarmi cosa si intende per bumper sicuramente qualcuno non saprebbe rispondermi. Eppure, se posso esservi d'aiuto, è un qualcosa con cui abbiamo a che fare quotidianamente, ogni qual volta siamo soliti passare il nostro tempo in compagnia del mezzo che cerchiamo di analizzare nelle sue mille e più sfaccettature. I bumpers, per la cronaca, sono delle sequenze, la cui durata varia tra i tre e i cinque secondi, che presentano il logo di una rete televisiva in forma animata e inserita in diversi contesti e che di quest'ultimo rappresentano una sorta di continuazione a livello simbolico, data l'animazione dello stesso. Esistono tre diversi tipi di bumper: un primo che è detto pubblicitario ed introduce la sequenza di spot tra un intervallo e l'altro di una trasmissione televisiva, di un film o di chi per essi; un secondo, detto di coda, posto alla fine di una pausa pubblicitaria e servono per riaffermare finemente l'emblema e l'identità della rete dopo il momento di digressione; quello, il terzo, utilizzato per un netto cambio di scena (per rendere dimensione, quelli che vengono usati in maniera spropositata dal programma Le iene che creano non poco fastidio ai telespettatori). I bumpers, quindi, sono brevissimi intermezzi identificativi delle differenti reti, in quanto unici per ognuna di essa, seppur immessi durante la trasmissione di spot pubblicitari, inseriti questi ultimi unilateralmente su qualsiasi canale del panorama della generalista ed oltre.

Come nella migliore tradizione di un qualcosa che affronta e varca il tempo, e gode del riflesso dei nuovi costumi e delle nuove abitudini che questo porta, anche questi stacchi non pubblicitari hanno visto, nel corso della storia del mass media per eccellenza, un'evoluzione che si inserisce perfettamente nel clima di sguardo (e più) al passato che ci è soliti proporre la televisione di questi ultimi mesi, checché ne dica Massimo Giletti che, come apprendiamo da Tvblog.it, la critica fortemente, e che, come un'alta ma bella da affrontare onda, stiamo calvacando insieme anche noi. Quelli che forse rimaranno più impressi, per una sorta di inclinazione personale (ricordando che tutta questa cultura mista a nostalgia è frutto della visione accurata di spezzoni della tv del passato su Youtube), per la loro semplicità e per il fatto di essere emblemi di un tempo passato, sono quelli di Mediaset, ed in particolar modo dell'ammiraglia. Lo stacchetto forse più famoso è quello del logo di Canale 5 uscente da un pentagramma sul quale erano suonate alcune note musicali producenti, in maniera naturalmente pedestre, una sorta di Ta ta ra ta ta ta, quale il jingle della rete tra la fine degli anni' 80 e gli inizi degli anni '90, usato sia come intro che come outtro degli spot. Effigie dei tempi d'oro della vecchia Fininvest che, sfortunatamente, ai nostri giorni sembra essersene altamente dimenicato di questi, dato il non utilizzo di alcuni del genere.

Chi tutt'oggi continua ad usare i bumpers, ai quali spesso è riservata davvero troppa poca importanza da parte del telespettatore nel guardarli e nel contemplarli, spesso figlia della brevità di questi ma anche per la frequenza assidua di trasmissione destinata ad entrare intrinsecamente ed inconsciamente nella nostra routine televisiva, è la Rai, nonostante, come prevedibile, non si sia saputa mantenere sull'originalità e sulla minuzia impeccabile riservata un tempo anche a queste piccole cose, espressioni di un tempo forse migliore, sotto questo punta di vista. Ne possiamo rivedere una bella carrellata in questo video pubblicato di seguito:



Guardando tutto ciò, seppur conscio del piccolo pelo nel grande uovo rinvenuto, mi domando e chiedo, ancora una volta: sono solo io insofferente dinanzi alla tv di oggi o è sentimento comune un bel ritorno alle origini? Guardiamo al presente: se prima era prediletta l'immagine in cui spiccava il colore, la tinta, la familiarità del disegno, adesso, per rispondere ad un'esigenza di un ammodernamento fin troppo ostentato, è preferita la sterilità e l'essere anonimo di uno sfondo monocromatico sul quale si staglia una sì acuta esecuzione fatta a computer ma difettante di emozione. Quella che la televisione di un tempo sapeva forse regalare ma che, a conti fatti, questa di oggi, troppo presa dal raggiungimento dei grandi numeri a scapito della qualità e della ricerca del momento gloria figlio della sopraffazione altrui, non sa minimanente cosa sia.

Si ringrazia pubblicamente Motiongraphics.it

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La tv di oggi corre ... non c'è più cura nella grafica certo ... ma
anche nn esistono + le sigle ... dei programmi ... dei cartoni animati ... ora tagliano anche quelle dei film ...
e per chiudere ... che tristezza ...la mancanza ormai su molte reti ... delle annunciatrici
che con un caldo sorriso ... ti annunciavano ... i programmi da vedere.
Ora tutto è + freddo ... distaccato ...surgelato ...

El Barto ha detto...

Grandissimo, ITAL! Le sigle! Le signorine buonasera! Prossimamente ce ne occuperemo :D Sei il nostro commentatore di qualità :D Qui posso andare anche a memoria, perché ricordo che fino a 8/9 anni fa c'era ancora Fiorella Pierobon, per fare un esempio, e neanche le signorine che ti ficcano il dito nell'occhio. Tante cose non ci sono più e NESSUNO se ne accorge, purtroppo. Troppo presi, e mi metto anch'io nel mezzo, da tronisti, talpe, naufraghi...

Anonimo ha detto...

Sincero, appassionato ma
realista ...
E' anche per questo che ti leggo così volentieri ...

El Barto ha detto...

Ed è proprio per questo che siamo onorati che tu sia qui, ITAL :)