Attrice e conduttrice. Sotto questi due grandi tronconi, sotto queste due grandi categorie può essere definito il ruolo della napoletana Maria Carmela D’Urso, in arte Barbara, nel mondo dello spettacolo e, meno generalmente, nel mondo del piccolo schermo, nel mondo della beneamata Tv. La prosperosa partenopea, considerata come la regina dei reality per l’immane quantità di quest’ultimi condotti, sarà una dei volti chiave dell’autunno di Canale 5. Una regina che però ha traballato, è caduta dal trono, è stata spodestata e come nei migliori casi della vita, seppur metaforicamente parlando, ha risalito la china, dando buoni segnali del suo modo simpatico ed umano di presenziare alle trasmissioni che conduce. Forte di una lunga quanto sudata gavetta, e con alle spalle sia esperienze di conduzione come quella all’interno della faticosa palestra Guardì in In Famiglia dell’annata 1996-1997 al fianco dell’uomo dagli occhi di ghiaccio Tiberio Timperi, che di esperienze che la vedevano protagonista assoluta di fiction baciate dal successo attribuitogli dal pubblico, come La dottoressa Giò, tanto illustre che rischiava di divenire l’unico motivo con il quale spiegare il sempre maggiore consenso che aveva, Barbara D’Urso è chiamata alla conduzione del padre dei reality, quel Grande Fratello che le attribuisce una consacrazione tanto netta quanto dovuta, quel programma che nel culmine del suo successo ha visto il suo carattere, il suo carisma, la sua simpatia spiccatamente partenopea alla conduzione. Il fatto che sotto la sua guida siano stati proclamati vincitori Floriana Secondi, Serena Garitta e Jonathan Kashanian, e quindi tre dei personaggi più amati della storia del reality, e sia stato lanciato il tormentone della trasmissione, il celebre ragazzi con tante "i" vocalizzate di seguito, è sinonimo di come e quanto la D’Urso e il programma ora presentato dalla bionda Alessia Marcuzzi siano stati parte integrante di un sinolo ritenuto indistruttibile sino all’avvento di quest’ultima, nell’inverno del 2006, che subentra alla napoletana rea di essere stata la presentatrice di una edizione alquanto sfortunata d’ascolti – una finale che toccò "solo" 8,5 milioni per il 40% di share che sono tantissimi se paragonati a quella dell’edizione numero 8, che a stento sfiorò il 29% - rispetto alle quattro precedenti a livello d’ascolti.
Non tutte le strade, però, si dimostrano chiuse per questa, che ritorna al capo della terza edizione di una anonima Fattoria, presentata per la seconda volta consecutiva, che elegge vincitore il protagonista di un esperimento mai più ripetuto nella storia dei reality italiani, un cross-over tra quello ambientato quell’anno in Marocco e quello della famosa casa di Cinecittà, ovvero Rosario Rannisi, pochi giorni prima eliminato dal secondo. Il troppo storpia - si sa - e dopo aver battuto anche la scarsa d’interesse trasmissione che proponeva il ritorno di Raffaella Carrà sugli schermi di RaiUno, Amore, la D’Urso l’autunno successivo decide di non stoppare per un po’ l’avventura ma, anzi, ci riprova, rinnovandosi e cambiandosi di veste ancora una volta. Forse altamente convinta del fatto che l’unica strada che avrebbe potuta battere era quella del real show – convinzione dimostratasi successivamente errata -, fa da Cicerone nel circo meno amato della Tv italiana degli ultimi tempi. Reality Circus, infatti, uno dei programmi da lei più strenuamente difesi per l’impeccabilità della proposta ma anche per il non scadere nel trash più semplice possibile, nonostante, nel finale, ci sia stato qualche passo falso su questo livello, si rivelerà come uno dei flop più cocenti della sua carriera. A poco valgono, infatti, le partecipazioni straordinarie di Valeria Marini o di Ciccio Graziani che non consentono di salvare la trasmissione dall’oblio in cui era caduta, dal quale non avrà forza di alzarsi, soccombendo sotto la forza di una straordinaria Isola Dei Famosi 3 condotta da una delle colleghe meno amate dalla stessa, Simona Ventura, precipitando ad un infimo 12% per la serata finale. Ciononostante, le venne data un’ulteriore possibilità, un’altra chance che però non vide destino opposto, seppur migliore. Uno, due, tre, stalla infatti, chiuderà la sua prima edizione – fortunatamente l'unica – al 24% con una media del 19,5%, gonfiata dai cambiamenti autoriali dettati da Maria De Filippi.
Di lì a poco, il nulla. Barbara D’Urso per tutta la stagione successiva non gode della conduzione di nessun programma, se non di qualche ospitata o di qualche intervista rilasciata per quella che è stata la sua tormentata vita privata dello scorso anno. Il 21 gennaio del 2008 tutto, però, ha avuto una svolta. Camaleontica come poche e ricca di buone speranze, la conduttrice partenopea si rimbocca le maniche e, coadiuvata dal giornalista Claudio Brachino, presenta il contenitore d’inizio giornata Mattino Cinque. Ascolti della fascia raddoppiati, una delle più difficili per il day-time dell’ammiraglia Mediaset e rivalutazione della D’Urso in quanto conduttrice. Frizzante, briosa, divertente al punto giusto ma anche seria e controllata nei tempi e negli spazi giusti, l’inizio di una seconda vita per lei è testimoniata anche dallo straordinario ed eccezionale boom d’ascolti de Lo show dei record, che in una puntata tocca i 7,5 milioni per uno share che va oltre i 32 punti. Una vera e propria manna dal cielo di questi tempi in cui per vincere la serata ne bastano a volte anche meno di 5.
E l’autunno si prospetta ancora ricco di impegni per l’attrice, a partire da uno show in prima serata con Luca Laurenti, orfano di Paolo Bonolis in stand-by in attesa di chiamate per Sanremo, dal titolo Fantasia, riadattamento di un format made in Japan dall’originario titolo di Mascarade, su cui è ancora alto il riserbo e dalla riconferma a Mattino Cinque. Insomma, una netta e forse azzardata puntata su uno dei volti più amati dal pubblico della rete che, nonostante il doppio rifiuto per i suoi vecchi programmi, vede rinnovarsi di anno in anno la fiducia a lei riservata. Una fiducia forse eccessiva se confrontata a quella non nutrita per altri personaggi Mediaset (Amadeus, ti fischiano le orecchie?), ma che molto probabilmente verrà tradotta in ascolti tali da garantire ottime prestazioni in garanzia. Una star in gran spolvero per la quale è proprio il caso di dire "dalle stalle – o meglio, dalla Stalla – alle stelle"!
Non tutte le strade, però, si dimostrano chiuse per questa, che ritorna al capo della terza edizione di una anonima Fattoria, presentata per la seconda volta consecutiva, che elegge vincitore il protagonista di un esperimento mai più ripetuto nella storia dei reality italiani, un cross-over tra quello ambientato quell’anno in Marocco e quello della famosa casa di Cinecittà, ovvero Rosario Rannisi, pochi giorni prima eliminato dal secondo. Il troppo storpia - si sa - e dopo aver battuto anche la scarsa d’interesse trasmissione che proponeva il ritorno di Raffaella Carrà sugli schermi di RaiUno, Amore, la D’Urso l’autunno successivo decide di non stoppare per un po’ l’avventura ma, anzi, ci riprova, rinnovandosi e cambiandosi di veste ancora una volta. Forse altamente convinta del fatto che l’unica strada che avrebbe potuta battere era quella del real show – convinzione dimostratasi successivamente errata -, fa da Cicerone nel circo meno amato della Tv italiana degli ultimi tempi. Reality Circus, infatti, uno dei programmi da lei più strenuamente difesi per l’impeccabilità della proposta ma anche per il non scadere nel trash più semplice possibile, nonostante, nel finale, ci sia stato qualche passo falso su questo livello, si rivelerà come uno dei flop più cocenti della sua carriera. A poco valgono, infatti, le partecipazioni straordinarie di Valeria Marini o di Ciccio Graziani che non consentono di salvare la trasmissione dall’oblio in cui era caduta, dal quale non avrà forza di alzarsi, soccombendo sotto la forza di una straordinaria Isola Dei Famosi 3 condotta da una delle colleghe meno amate dalla stessa, Simona Ventura, precipitando ad un infimo 12% per la serata finale. Ciononostante, le venne data un’ulteriore possibilità, un’altra chance che però non vide destino opposto, seppur migliore. Uno, due, tre, stalla infatti, chiuderà la sua prima edizione – fortunatamente l'unica – al 24% con una media del 19,5%, gonfiata dai cambiamenti autoriali dettati da Maria De Filippi.
Di lì a poco, il nulla. Barbara D’Urso per tutta la stagione successiva non gode della conduzione di nessun programma, se non di qualche ospitata o di qualche intervista rilasciata per quella che è stata la sua tormentata vita privata dello scorso anno. Il 21 gennaio del 2008 tutto, però, ha avuto una svolta. Camaleontica come poche e ricca di buone speranze, la conduttrice partenopea si rimbocca le maniche e, coadiuvata dal giornalista Claudio Brachino, presenta il contenitore d’inizio giornata Mattino Cinque. Ascolti della fascia raddoppiati, una delle più difficili per il day-time dell’ammiraglia Mediaset e rivalutazione della D’Urso in quanto conduttrice. Frizzante, briosa, divertente al punto giusto ma anche seria e controllata nei tempi e negli spazi giusti, l’inizio di una seconda vita per lei è testimoniata anche dallo straordinario ed eccezionale boom d’ascolti de Lo show dei record, che in una puntata tocca i 7,5 milioni per uno share che va oltre i 32 punti. Una vera e propria manna dal cielo di questi tempi in cui per vincere la serata ne bastano a volte anche meno di 5.
E l’autunno si prospetta ancora ricco di impegni per l’attrice, a partire da uno show in prima serata con Luca Laurenti, orfano di Paolo Bonolis in stand-by in attesa di chiamate per Sanremo, dal titolo Fantasia, riadattamento di un format made in Japan dall’originario titolo di Mascarade, su cui è ancora alto il riserbo e dalla riconferma a Mattino Cinque. Insomma, una netta e forse azzardata puntata su uno dei volti più amati dal pubblico della rete che, nonostante il doppio rifiuto per i suoi vecchi programmi, vede rinnovarsi di anno in anno la fiducia a lei riservata. Una fiducia forse eccessiva se confrontata a quella non nutrita per altri personaggi Mediaset (Amadeus, ti fischiano le orecchie?), ma che molto probabilmente verrà tradotta in ascolti tali da garantire ottime prestazioni in garanzia. Una star in gran spolvero per la quale è proprio il caso di dire "dalle stalle – o meglio, dalla Stalla – alle stelle"!
5 commenti:
io non la sopporto...
Ottima analisi. A mio parere la D'Urso è una sopravvalutata. Non ha nessuna capacità particolare, nessun talento....anzi, a me a volte quella sciatteria della sua conduzione da un pò fastidio
p.s.ahahah...bellissimo il riferimento ad Amadeus..ahahha..:D
Anonimo & Boris
Andrò controcorrente, ma ultimamente a me la D'Urso piace e non nascondo che gradirei tantissimo un suo utopico ritorno al Grande Fratello (ma forse è un desiderio tale solo per far fuori la detestata Marcuzzi).
Bartolì
non lo so...non la reggo molto. Mi sembra molto forzata, molto forzatamente "piz' e mandulin.."...non so, non mi ispira...sarà una antipatia a pelle..:D:D:D
a me la d'urso piace e i suoi gf sono stati i migliori dopo la bignardi.
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