Dobbiamo fare un'altra delle nostre solite e consuete presentazioni per annunciare la protagonista di questo post? Sembrerebbe banale come poche altre cose al mondo. Vi sorprendete se dico che, ancora una volta, Giusy Ferreri è prima in classifica? Io penso proprio di no. Routine. Possiamo davvero dirlo, adesso: Marco Carta, vincitore della settima edizione di Amici, il programma dall'ascolto finale di 7 milioni di telespettatori, arriva secondo - qualora dessimo vita ad una sorta di confronto fra i due, più volte fatto in maniera implicita ed altre invece no, varcando e superando il limite dell'esplicito - rispetto a Giusy Ferreri, seconda classificata di X Factor, che nella sua serata finale non ha neanche lontanamente sfiorato i 3 milioni - per la precisione 2.750.000 - di italiani. Non vogliamo, almeno questa volta, fare minimo paragone. Protagonista assoluta, così come sulla rete, sulle classifiche, sugli iPod, è Giusy e basta. L'ex cassiera di Abbiategrasso, in provincia di Milano, che si definisce "solare, espansiva, istintiva, disponibile e carismatica" e "molto impulsiva" e che ha confidato che il suo sogno più grande è quello di "diventare una cantautrice e recitare", sembra essere la cantante portatrice del tormentone estivo, quella Non ti scordar di me propostole, per la finalissima del talent, dall'idolo della musica pop italiana, qual è Tiziano Ferro.
Quando uno diviene famoso per la grandissima capacità canora, il suo successo è tangibile avendo a portata di mano qualche rivista che pubblica qualche classifica musicale o navigando su Internet scorgendo i tanti siti che gli si dedicano e, come in questo caso, quando si è "marchiati" dalla partecipazione ad un programma Tv che ti lancia e ti spara verso lato, l'essere sotto giudizio è all'ordine del giorno. Ma anche essere criticati, per gli artisti, è d'obbligo. Ecco, come il settimanale Tv Sorrisi & Canzoni ha fatto, che anche la voce di spicco della categoria over 25, capitanata da Simona Ventura, disco di platino per le oltre 70.000 copie vendute del suo EP Non ti scordar mai di me, viene esposta a quella che è croce e delizia di molti, ma compito per pochi. La ghigliottina, il pubblico ludibrio, la forca? Niente di tutto ciò: semplicemente sottoposta alla critica di chi è del mestiere, di chi è del campo. Critica estremamente positiva a parte un caso isolato di eccessivo snobismo...
Claudio Cecchetto, produttore: «Siamo sempre alla ricerca di cose diverse da quelle che abbiamo ascoltato finora e Giusy risponde a questo bisogno: ha una voce particolare. Non sono d'accordo che sia la versione italiana di Amy Winehouse, perché nel paragone Giusy ne diventerebbe la parodia. Inoltre sono contento che sia stata scoperta con “X Factor”, un programma che ha portato la musica in tv, sdoganandola come prodotto televisivo».
Michele Fischietti, «voice coach» di Giusy a «X Factor»: «Lei è dotata di una grande sensibilità musicale. Io ho cercato di esaltare le sue peculiarità vocali. Ma è già un talento naturale, ha carisma e ha avuto l'opportunità di interpretare la canzone di Tiziano Ferro, che fa la differenza»
Ivan Cattaneo, cantante: «Secondo me è una delle cantanti più interessanti del momento, è un personaggio Anni 60 come Nada, Caterina Caselli, Rita Pavone, Patty Pravo. È una donna di carattere, grintosa. Però non ha ancora un'immagine definita e dirompente. Secondo me, va amplificato l'istinto che Giusy ha»
Marinella Venegoni, critico musicale de «La Stampa»: «Mi piace Giusy: mi piace come cantante, mi piace come persona. Mi piace anche Amy Winehouse, ma noi italiani siamo malati di provincialismo e vogliamo sempre appiccicare delle etichette. Giusy ha una sua originalità e non è l'erede di nessuno».
Mario Lavezzi, produttore: «Alla base del suo successo ci sono la sua voce e la canzone di Ferro: Giusy ha una voce personale e originale, anche la canzone lo è. Il suo successo mi ricorda quello di “Malo”, cantata dalla spagnola Bebe nel 2006. Non sono d'accordo con i detrattori che dicono che Giusy abbia una voce nasale e che canta tutto allo stesso modo. Ha un suo stile: è grintosa e ha grande personalità»
Mietta, cantante: «A me Giusy piace moltissimo per due motivi. Il primo è personale: mi ricorda una mia cugina a cui ero molto legata e che non c'è più, la somiglianza è impressionante. La seconda è che ho una grande passione per le vocalità femminili e lei ha una timbrica subito riconoscibile. Ho letto che l'hanno definita la nostra Amy Winehouse: in realtà ha una sua vocalità e personalità, ma in Italia tendiamo sempre a mettere etichette»
Adriano Aragozzini, impresario musicale: «È il pubblico che decreta il successo. Il giudizio della critica non conta. È un'artista assolutamente originale, non c'è dubbio. Mi piace: è differente dal piattume che c'è in giro».
Francesco Facchinetti, conduttore: «Quando l'ho vista per la prima volta a “X Factor” mi ha subito incuriosito. Giusy è fuori dagli schemi: è la stessa sia sul palco che giù dal palco. È un'artista vera, al di là della sua tonalità di voce che la rende particolare. Ha una fortissima personalità che è arrivata subito al pubblico».
Mogol, autore:«E chi è? Non so chi sia, non la conosco»
Ne siamo proprio sicuri? Insomma, diciamoci la verità: chi ancora, una volta, non ha intonato le parole della canzone di Giusy? Intanto, è proprio vero: non ci scorderemo mai di lei...
Claudio Cecchetto, produttore: «Siamo sempre alla ricerca di cose diverse da quelle che abbiamo ascoltato finora e Giusy risponde a questo bisogno: ha una voce particolare. Non sono d'accordo che sia la versione italiana di Amy Winehouse, perché nel paragone Giusy ne diventerebbe la parodia. Inoltre sono contento che sia stata scoperta con “X Factor”, un programma che ha portato la musica in tv, sdoganandola come prodotto televisivo».
Michele Fischietti, «voice coach» di Giusy a «X Factor»: «Lei è dotata di una grande sensibilità musicale. Io ho cercato di esaltare le sue peculiarità vocali. Ma è già un talento naturale, ha carisma e ha avuto l'opportunità di interpretare la canzone di Tiziano Ferro, che fa la differenza»
Ivan Cattaneo, cantante: «Secondo me è una delle cantanti più interessanti del momento, è un personaggio Anni 60 come Nada, Caterina Caselli, Rita Pavone, Patty Pravo. È una donna di carattere, grintosa. Però non ha ancora un'immagine definita e dirompente. Secondo me, va amplificato l'istinto che Giusy ha»
Marinella Venegoni, critico musicale de «La Stampa»: «Mi piace Giusy: mi piace come cantante, mi piace come persona. Mi piace anche Amy Winehouse, ma noi italiani siamo malati di provincialismo e vogliamo sempre appiccicare delle etichette. Giusy ha una sua originalità e non è l'erede di nessuno».
Mario Lavezzi, produttore: «Alla base del suo successo ci sono la sua voce e la canzone di Ferro: Giusy ha una voce personale e originale, anche la canzone lo è. Il suo successo mi ricorda quello di “Malo”, cantata dalla spagnola Bebe nel 2006. Non sono d'accordo con i detrattori che dicono che Giusy abbia una voce nasale e che canta tutto allo stesso modo. Ha un suo stile: è grintosa e ha grande personalità»
Mietta, cantante: «A me Giusy piace moltissimo per due motivi. Il primo è personale: mi ricorda una mia cugina a cui ero molto legata e che non c'è più, la somiglianza è impressionante. La seconda è che ho una grande passione per le vocalità femminili e lei ha una timbrica subito riconoscibile. Ho letto che l'hanno definita la nostra Amy Winehouse: in realtà ha una sua vocalità e personalità, ma in Italia tendiamo sempre a mettere etichette»
Adriano Aragozzini, impresario musicale: «È il pubblico che decreta il successo. Il giudizio della critica non conta. È un'artista assolutamente originale, non c'è dubbio. Mi piace: è differente dal piattume che c'è in giro».
Francesco Facchinetti, conduttore: «Quando l'ho vista per la prima volta a “X Factor” mi ha subito incuriosito. Giusy è fuori dagli schemi: è la stessa sia sul palco che giù dal palco. È un'artista vera, al di là della sua tonalità di voce che la rende particolare. Ha una fortissima personalità che è arrivata subito al pubblico».
Mogol, autore:«E chi è? Non so chi sia, non la conosco»
Ne siamo proprio sicuri? Insomma, diciamoci la verità: chi ancora, una volta, non ha intonato le parole della canzone di Giusy? Intanto, è proprio vero: non ci scorderemo mai di lei...
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