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giovedì 10 luglio 2008

I TUDORS, DA STASERA SU CANALE5

Violenti, erotici, fin sopra le righe: sono I Tudors. La serie americana che ripercorre la tormentata vita di Enrico VIII, che ha fatto più discutere per i suoi contenuti border-line, che per la qualità dello stesso prodotto. E Canale5 li propone in prima serata, in questi caldi prime time estivi. Già rinviati per la tanto discussa partecipazione di Silvio Berlusconi a Matrix dello scorso giovedì (poi annullata), I Tudors si propongono come novità di questa programmazione estiva, piena di repliche e riproposizioni. La domanda che si pongono tutti è questa: Canale5 avrà o meno il coraggio di proporre in prima serata scene ardite forse poco adatte ad un pubblico giovane che, nella fascia del prime time, potrebbe ritrovarsi dinanzi alla televisione. Non si tratta di bigottismo, attenzione. In realtà, a mio parere, la televisione offre forse di peggio, senza forse nemmeno tanto clamore. Aspettiamo per giudicare...Ecco l'articolo a riguardo della trama che traggo direttamente da nonsolocinema.com:
Prodotta da Showtime, scritta da Michael Hirst (già sceneggiatore di Elizabeth), interpretata da Jonathan Rhys Meyers, la serie I Tudors promette intrighi e passioni, esecuzioni sommarie e feste sfarzose. Miei Lord, il Re!
L’ambasciatore inglese ad Urbino viene pugnalato a sangue freddo dai Francesi: gli stivali scalpitano sotto il marmo lucido della corte italiana.
Veniamo subito introdotti nella crudeltà della guerra, nel ludibrio della violenza rinascimentale. Il sangue arriva sull’Inghilterra e ci apre le porte del castello di Sua Maestà, Enrico VIII, The King. "Miei Lord, credo che questi siano tutti buoni motivi per entrare in guerra". Ecco che così, nei primi sette minuti I Tudors svelano la potenza di questo giovane leone, assetato di lotta e di potere, che dopo aver scaricato l’incombenza dei preparativi al serpeggiante cardinale Wolsey, dice irrequieto "Ora posso andare a giocare".
Non serve spiegare il groviglio a seguire con Lady Blount (che gli darà un erede maschio destinato a morte prematura) per intravedere in Enrico VIII, sua Maestà, Il Re, la bellezza di un monarca rockeggiante. Cosa non è se non una rockstar? Lo shining negli occhi (splendidamente sbarrati e sgranati nella sigla iniziale, molto Six Feet Under), la foga, il vigore e il fuoco nelle pupille e sulla carne rendono il tipico drammone storico (Dio ce ne scampi!) una moderna avventura di torride relazioni e inquiete ambizioni, un mix tra un film sul potere, le responsabilità che ne conseguono, la voglia di compiere azioni inconsuete e la sempiterna vena animalesca dell’essere umano.
Enrico VIII, Sua Maestà, il Re ha diverse sfaccettature: con il cardinale Wolsey è un uomo impulsivo ma tendente all’ascolto (riuscirà a farlo passare alla storia come il firmatario di un trattato di pace, un passo avanti per la diplomazia), con il consigliere Thomas More ha dialoghi profondi che svelano la sua superba intelligenza, con il suo gruppetto di fotomodelli cavalieri (gli altri giovani mascalzoni che affollano la corte) è solo fisico, gioco, agone ormonale.
La regina, diplomatica e devotissima, vive nell’ombra delle mille e più amanti. Una donna forte ma annientata dalla sterilità del suo grembo. Enrico pensa che, per aver sposato la moglie del defunto fratello (nonostante il giuramento sull’ asessualità dell’unione), sia stato punito con l’impossibilità di generare un erede maschio sano e forte.
Di solito le ricostruzioni storiche sono schiacciate dal peso dell’aderenza ai fatti. Per nostra fortuna, gli sceneggiatori hanno ben deciso che questo non era nella loro agenda. Se avessero voluto ricostruire la vera vita di Enrico VIII, avrebbero probabilmente lavorato per History Channel, la cui mission, si sa è leggermente differente.
Con questo piglio sbarazzino I Tudors saltano a piè pari il problema più spinoso dei film in costume e delle serie in costume, che scambiano la lentezza per la solennità e rendono la storia, violenta, veloce, scurrile e interessantissima, un insopportabile intrattimento finto-colto in cui tutti devono recitare in punta di piedi e rendere morbosamente insostenibile il peso della narrazione. Per nostra fortuna, le cose cambiano. Ecco perchè Enrico VIII è insieme alla vellutata Marie Antoniette una delle migliori rivisitazioni di un periodo storico (andando ancora più indietro nella produzione, Romeo + Juliet di Baz Lurhmann rende magistralmente lo spirito del Bardo). That’s entertaiment!
All’ora dei giochi, la corte è sì oziosa, dedita al gioco, alla carne e al sangue (non necessariamente in quest’ordine). La violenza e la leatà sono il valore, le persone muoiono con una facilità estrema, le piaghe delle malattie si diffondono ferocemente. Opulenti, luminosi e pavoneggianti. I Tudors sono così. Il 16 secolo era così. Chiedete a Shakespeare.
L'appuntamento è da stasera, ogni giovedì, alle 21 su Canale5.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

CHE SCHIFO. L'HO VISTO. VOLGARISSIMO.

Anonimo ha detto...

che flopppppppppp!!!!!!!

Anonimo ha detto...

che flopppppppppp!!!!!!!