L'ottava puntata de L'Isola dei Famosi 6 ha riservato sorprese, nuovi schieramenti, nuovi spunti di litigi e abbozzi di discussioni animate, come nella migliore anima del genere reality, proprio come ha avuto modo di descriverci per filo e per segno il nostro Expedit. Ieri, però, è andato in onda quanto di peggio la televisione italiana potesse trasmettere, ovvero un gesto poco carino che affonda radici nell'ignoranza e nella mancanza di tatto che la società dei nostri giorni dimostra di avere. Un pregiudizio sorto ed ostentato forse nel peggiore dei modi. Protagoniste, come noto, Belen Rodriguez e Vladimir Luxuria. La prima, tacciando di invidia la seconda, ha asserito che il tutto consisterebbe, facendo gesto verso le parti intime, lì. Uno squallore senza precedenti. Domanda: la tv del voyeur ha ancora qualche limite da superare? In merito vorrei riportare in home questo pezzo scritto agli inizi d'agosto mai come adesso attinente a quanto più sentito adesso.
Parliamo spesso della televisione e dei suoi molteplici aspetti. È pur sempre il nostro compito, qualora non sia stato capito. Abbiamo asserito più volte nei nostri post che ultimamente la televisione sta affrontando una deriva di cui è protagonista assoluta, un cammino verso il basso che ora come ora non ha voglia di terminare, non vedendo neanche cosa ci sia e cosa la aspetti alla fine dello stesso. Più si avanti - pardon, più si va giù – più il mezzo si spoglia di quelle cose che hanno a che fare con il decoro, con il buon costume, con la qualità. In realtà, questi elementi, queste qualità sono direttamente declinate a partire dagli influssi e dai riflessi di quella società che, in quel determinato periodo, si è sviluppata. Decoro, costume, qualità, infatti, non sono concetti unici, singolari, perfetti. Anzi, prendono sfaccettature diverse e hanno, per questo, significati più ampi, che si ingrandiscono con il passare del tempo e con la scoperta e l’accettazione di ciò che precedentemente era considerato come proibito. Rimaniamo nei limiti del mezzo televisivo e del suo solo campo e proviamo a fare un po’ di precisione non solo rendendo maggiore la comprensibilità, ma anche seguendo le orme di come effettivamente ha funzionato sino ad adesso il concetto di censura con le sue varie e differenti applicazioni.
A primo impatto, ciò che risalta, è il come essa venisse esercitata per quelle cose che oggi consideriamo inezie, mera e scontata normalità. Prima di tutto, agli albori della televisione italiana, il linguaggio era tenuto sotto estremo controllo. Non potevano, come ben saprete, essere dette determinate parole che avrebbero potuto scaturire non tanto ilarità, quanto doppi sensi o chi per essi, ritenuti come espressioni volgari. Vizio, verginità, membro, fra le tante. Cinquanta anni fa immettere in un discorso, in una frase, una di queste parole, così come altre da noi non citate, avrebbe insorto un annoso incidente diplomatico. E il vestirsi? Quanto di più rigidamente e più volte revisionato. In tal senso, abbiamo proprio un siparietto che ha avuto origine poche settimane fare durante il numero zero di Incredibile! condotto da Veronica Maya come testimonianza di quanto detto, in cui la stessa era ripresa da Mike Bongiorno, uno dei padri fondatori della Tv italiana, per il suo abito ritenuto succinto, almeno a sua detta, creando, perciò, un confronto con quelle che erano le vallette del suo tempo. Quelle non potevano neanche mettere in mostra le gambe e ci si vestiva in modo da non dare molto nell’occhio, mentre gli uomini, nel nome della classe e dell’entrare in punta di piedi nelle case dei telespettatori, erano sempre in giacca e cravatta. E per delle regole così ferree c’era comunque chi “trasgrediva”: Raimondo Vianello ed Ugo Tognazzi per una soft presa in giro al presidente della Repubblica Gronchi costata la sospensione del loro varietà, Dario Fo con le scenette che parlavano di mafia che gli costa l’esilio dalla televisione per quindici anni, o anche Raffaella Carrà che destò scandalo e scalpore, negli anni ’70, con il suo ombelico scoperto, visibile durante l’intonazione di Ma che musica maestro! a Canzonissima del 1970, in coppia con Corrado.
Oggi, invece? Accendiamo la Tv, durante la consumazione della nostra cena e decidiamo cosa guardare. Su Italia1 c’è RTV - la tv della realtà condotto da Cristina Chiabotto. Mai come in questo caso possiamo dire “come si è conciata?”. Non si capisce cosa la (ri)veste, forse cd, o magari floppy disk luminescenti, o semplicemente pezzi di specchietti rubati alle auto delle città. Praticamente nuda. Andiamo a dormire, e, dopo esserci svegliati, sintonizziamoci su Canale5, precisamente su Mattino5. C’è Barbara D’Urso, conosciuta per il suo egocentrismo e per la sua appariscenza. Qualcuno le chiede se le sue tette (il suo seno, parola anch’essa che spediva dritto alla censura cinque decenni prima) siano rifatte o meno. Come provare nel migliore dei modi che non lo erano? "Sballonzolandole" di qua e di là, saltando su un divanetto. Oddio. Andiamo a seguire un po’ di reality: andiamo ad ammazzarci definitivamente, allora. Al Grande Fratello una concorrente fa "cose intime" ad un uomo da poco conosciuto; all’Isola dei Famosi c’è Simona Ventura che dà del figlio di buona donna ad un interlocutore telefonico; ad Uno, due, tre, stalla c’è una donna che simula una masturbazione scambiandola per una pratica yoga. Cos’altro? Tanto e tanto altro ancora.
Cosa è successo? Il problema principale è da ritrovare in un cambiamento del ruolo effettivo della televisione. Non è più questa ad affacciarsi nelle nostre cucine, nei nostri salotti, nelle nostre camere da letto, ma siamo noi, pubblico decretante il successo dei suoi prodotti, seguiamo gli stessi e le loro dinamiche da uno spioncino. La nostra è la tv del voyeur, in cui il varietà non è più amato e per cui a settembre ci saranno milioni di telespettatori a capire in che modo si vestirà Vladimir Luxuria sull’isola. Se con un due pezzi normale, un tutt’uno o con boxer e reggiseno. La cosa che sorprende, però, è che ci si scandalizza ancora, non capendo se lo scandalo sia reale, bigotto o fintamente tale per graziarsi le numerose associazioni, quella dei Genitori in primis. La sensazione è che, data questa deriva, finiremo per non capire più quali siano i paletti e i limiti entro cui esercitare la professione televisiva per avere ancora buona televisione ed eccellenti prodotti, quella di agognata qualità che floppa miseramente ad ogni suo minimo passaggio. Ci si chiede quali siano i prossimi tabù da sfatare, visto che nel novero non se ne contano praticamente più. Magari un film porno, di sabato sera, su RaiUno?
A primo impatto, ciò che risalta, è il come essa venisse esercitata per quelle cose che oggi consideriamo inezie, mera e scontata normalità. Prima di tutto, agli albori della televisione italiana, il linguaggio era tenuto sotto estremo controllo. Non potevano, come ben saprete, essere dette determinate parole che avrebbero potuto scaturire non tanto ilarità, quanto doppi sensi o chi per essi, ritenuti come espressioni volgari. Vizio, verginità, membro, fra le tante. Cinquanta anni fa immettere in un discorso, in una frase, una di queste parole, così come altre da noi non citate, avrebbe insorto un annoso incidente diplomatico. E il vestirsi? Quanto di più rigidamente e più volte revisionato. In tal senso, abbiamo proprio un siparietto che ha avuto origine poche settimane fare durante il numero zero di Incredibile! condotto da Veronica Maya come testimonianza di quanto detto, in cui la stessa era ripresa da Mike Bongiorno, uno dei padri fondatori della Tv italiana, per il suo abito ritenuto succinto, almeno a sua detta, creando, perciò, un confronto con quelle che erano le vallette del suo tempo. Quelle non potevano neanche mettere in mostra le gambe e ci si vestiva in modo da non dare molto nell’occhio, mentre gli uomini, nel nome della classe e dell’entrare in punta di piedi nelle case dei telespettatori, erano sempre in giacca e cravatta. E per delle regole così ferree c’era comunque chi “trasgrediva”: Raimondo Vianello ed Ugo Tognazzi per una soft presa in giro al presidente della Repubblica Gronchi costata la sospensione del loro varietà, Dario Fo con le scenette che parlavano di mafia che gli costa l’esilio dalla televisione per quindici anni, o anche Raffaella Carrà che destò scandalo e scalpore, negli anni ’70, con il suo ombelico scoperto, visibile durante l’intonazione di Ma che musica maestro! a Canzonissima del 1970, in coppia con Corrado.
Oggi, invece? Accendiamo la Tv, durante la consumazione della nostra cena e decidiamo cosa guardare. Su Italia1 c’è RTV - la tv della realtà condotto da Cristina Chiabotto. Mai come in questo caso possiamo dire “come si è conciata?”. Non si capisce cosa la (ri)veste, forse cd, o magari floppy disk luminescenti, o semplicemente pezzi di specchietti rubati alle auto delle città. Praticamente nuda. Andiamo a dormire, e, dopo esserci svegliati, sintonizziamoci su Canale5, precisamente su Mattino5. C’è Barbara D’Urso, conosciuta per il suo egocentrismo e per la sua appariscenza. Qualcuno le chiede se le sue tette (il suo seno, parola anch’essa che spediva dritto alla censura cinque decenni prima) siano rifatte o meno. Come provare nel migliore dei modi che non lo erano? "Sballonzolandole" di qua e di là, saltando su un divanetto. Oddio. Andiamo a seguire un po’ di reality: andiamo ad ammazzarci definitivamente, allora. Al Grande Fratello una concorrente fa "cose intime" ad un uomo da poco conosciuto; all’Isola dei Famosi c’è Simona Ventura che dà del figlio di buona donna ad un interlocutore telefonico; ad Uno, due, tre, stalla c’è una donna che simula una masturbazione scambiandola per una pratica yoga. Cos’altro? Tanto e tanto altro ancora.
Cosa è successo? Il problema principale è da ritrovare in un cambiamento del ruolo effettivo della televisione. Non è più questa ad affacciarsi nelle nostre cucine, nei nostri salotti, nelle nostre camere da letto, ma siamo noi, pubblico decretante il successo dei suoi prodotti, seguiamo gli stessi e le loro dinamiche da uno spioncino. La nostra è la tv del voyeur, in cui il varietà non è più amato e per cui a settembre ci saranno milioni di telespettatori a capire in che modo si vestirà Vladimir Luxuria sull’isola. Se con un due pezzi normale, un tutt’uno o con boxer e reggiseno. La cosa che sorprende, però, è che ci si scandalizza ancora, non capendo se lo scandalo sia reale, bigotto o fintamente tale per graziarsi le numerose associazioni, quella dei Genitori in primis. La sensazione è che, data questa deriva, finiremo per non capire più quali siano i paletti e i limiti entro cui esercitare la professione televisiva per avere ancora buona televisione ed eccellenti prodotti, quella di agognata qualità che floppa miseramente ad ogni suo minimo passaggio. Ci si chiede quali siano i prossimi tabù da sfatare, visto che nel novero non se ne contano praticamente più. Magari un film porno, di sabato sera, su RaiUno?
2 commenti:
Scandalizzarsi … della deriva … della nostra tv … ?
Assolutamente no ! Ma non posso neanche rimanere in silenzio in
mezzo alle tante persone che assolvono la tv di oggi …
è giusto come tu dici El Barto … darsi dei limiti e dei paletti di buon
gusto o quantomeno provarci …
Certi reality e alcuni programmi … hanno veramente raggiunto dei limiti
di volgarità e di degrado davvero eccessivi …
e piu si superano i limiti … + l’ascolto sale …
E’ proprio la tv sadica e di voyeur che ci ricordava … Eco !
Qualcuno dice che quella di oggi è una tv + democratica, che ci permette
di scegliere cosa vedere e cosa no … ma ne siamo davvero sicuri ?
Non ci (im)pone invece dei modelli ( sempre + squallidi ) che inevitabilmente
vengono presi come riferimento da pochi o molti che siano ?
ITAL, la nostra bocca della verità! Che bella l'ultima parte del tuo commento... inutile dire che è un nuovo spunto di riflessione :D Bella, bella e bella! La democrazia, in televisione, semplicemente non esiste. C'è offerta, varietà di generi, ma sotto sotto, è tutto un magna magna, un qualcosa visto sotto diverse sfaccettature. Esempio, la speculazione umana dalla Balivo, dalla Senette e dalla De Filippo ogni pomeriggio. Meglio il mitico canale di una volta :)
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