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"Io sono per la televisione delle imprevedibilità. Ed ora, anche voi (rivolgendosi a Marzullo ndr) siete del tutto prevedibili. Tutta la televisione è prevedibile. Io ora mi alzerei e le darei un pugno in fronte, ecco, questa è la televisione che io adoro, quella dell'imprevedibilità"
La mia polemica? Qualcuno ha notato una particolare predilizione delle attuali emittenti generaliste in questi ultimi giorni, in ricordo del personaggio Funari? Assolutamente no. Solo Italia1 ha dedicato interamente una prima serata, con uno StudioApertoSpeciale a Funari. RaiUno aveva promesso un SuperVarietà incentrato sul solo artista romano; embè? Nulla di fatto. Per Funari sono stati riservati solo alcuni minuti in un programma notturno dello scorso sabato. E la domenica? Nulla. Meglio ben 180 minuti di Fiorello in salmì, e nulla di dedicato a Gianfranco Funari. Una sola puntata del talk di Marzullo, nella tarda nottata dell'altro giorno. Un personaggio dimenticato, troppo, per quanta dedizione abbia messo nel suo lavoro, per il suo amore nel contatto con il pubblico. Un personaggio che ha fatto a suo modo, la storia della politica in televisione, e che sembra essere rimasto più nella memoria del pubblico, che in quella storica del piccolo schermo. Ma forse questo lui lo sapeva. Lui stesso era irriverente nei confronti della scatola che ogni giorno ci diffonde immagini e notizie. Concetto desumibile da una sua stessa dichiarazione nell'intervista succitata.
"Io non ho mai cercato la televisione. E' sempre lei che ha cercato me."
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