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domenica 5 ottobre 2008

AMADEUS, L'ETERNO FIGLIASTRO IN DISPERATA CERCA DI OCCUPAZIONE

La televisione crea dal nulla, eleva al massimo immaginabile e magari anche più, e poi dissolve nel niente. Dona successo, porta al culmine della notorietà chiunque abbia cavalcato, al momento giusto, l’onda propizia, e poi arena, insabbiando in un terreno che non dà e non vuole dare. Molto più semplicemente, quando sei uno dei volti più amati del piccolo schermo, ci si ritrova nel giro di un attimo a non essere nessuno. E le motivazioni che spiegano il tutto possono essere le più disparate, le più varie. Un esempio su tutti? Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus, il conduttore ravennate ex disc jockey in perenne ricerca di occupazione. Il vero successo del presentatore, dopo anni di gavetta a Mediaset, dove conduce programmi di punta come il defunto Festivalbar, come la seppellita Buona Domenica, come il quasi rivivente Meteore - che coincidenza, però, che nessuno di questi programmi è più in onda: che la colpa sia sua? -, arriva grazie al passaggio alla Tv di Stato, dove conduce un’edizione non particolarmente fortunata di Domenica In per poi approdare al preserale, laddove riesce ad insidiare il re ad egli contrapposto, Gerry Scotti. E lo fa prima prendendo le redini del fortunatissimo In bocca al lupo di Carlo Conti, poi con il criticatissimo Quiz Show, chiuso a causa di una denuncia dalla casa di produzione di Chi vuol essere milionario?, Endemol, per le troppe similitudini con la trasmissione di Canale5, e successivamente, con il suo cavallo di battaglia: L’eredità. Lanciato in sordina nell’estate 2002, in un periodo di fermento sperimentativo, ricevette un successo tale che la conferma nella contigua stagione televisiva fosse naturale. E lo conduce in forma smagliante, brillante, divenendo volto di punta della rete e di tutta l’azienda, tanto è vero che è chiamato a presentare anche il primo reality show musicale con tutti partecipanti vip, Music Farm su Raidue, con un buon riscontro di pubblico ma poi, incredibilmente, sottrattogli da una sempre più esposta mediaticamente Simona Ventura che ne decreta la soppressione con le sue successive due edizioni. Ma c’era un qualcosa che scuoteva in negativo, nonostante cotanti successi, il conduttore ravennate, che nel 2006 decide di rientrare a Mediaset. Come da lui stesso affermato:
Nessuno mi ha mai proposto programmi più importanti. Che so, un sabato sera, un programma legato alla Lotteria, senza arrivare a Sanremo. Non ho mai floppato un programma, ma ho sentito un grande disinteresse nei miei confronti.
Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova, recita uno dei detti più famosi della nostra lingua italiana. E mai detto fu più azzeccato per Amadeus. Perché? Nell’estate del 2006 imperversano spot reclamizzanti il suo ritorno voluto, dai telespettatori abituati a seguire il buon Scotti con le sue imperterrite scalate verso il milione di euro, A tutti i costi, proprio come doveva chiamarsi la sua nuova avventura che poi verrà intitolata Formula Segreta, così come quella che, tenuta nascosta, sarebbe bello poter rinvenire per capire su quali basi il programma avrebbe ipoteticamente potuto fare centro. Ditloidi, frasi sconnesse, ghigliottinate a gogò fanno di questa prima esperienza un flop cocente, con ascolti infimi. Amadeus si mette in giro per il mondo come suo solito alla ricerca di qualcosa che potesse rinverdire la sua immagine (L’eredità, per fare un esempio, è roba argentina: il merito del successo italiano è da attribuire a lui), e lanciando qualche frecciatina al suo gruppo autoriale reo di aver preferito lavorare al progetto fallimentare Fattore C di Paolo Bonolis adattato alla forma preserale, scova 1 contro 100, di cui ci occupammo questa estate. Il format, di origini olandesi, segna il ritorno, a maggio del 2007, dell’ex disc jockey al preserale di Canale5, quella stessa fascia che non voleva più condurre in Rai. Il programma è oggettivamente accattivante ma reso in malo modo, facendo in modo che parte delle sue potenzialità fossero volatilizzate. Ma, caso più unico che raro, non viene soppresso dopo il test estivo ma viene ripreso come strenna natalizia, dove ottiene un senza infamia e senza lode 20% di share. Tralasciando le ultime avventure, tra cui un altro sonoro flop, questa volta su Italia1, con il quiz musicale Canta e Vinci! e la volontà di ritornare in Rai, a proposito di cui vi consigliamo la visione di questa simpaticissima vignetta di Stefano Disegni, sulle pagine di Vanity Fair, Amadeus si fa risentire. Cosa avrà mai detto? Leggiamo quanto sinteticamente riportato dal quotidiano Leggo:
Uno contro Cento è stato il preserale Mediast più visto degli ultimi 3 anni. Tutto quello che è venuto dopo è andato peggio, da Fifty-Fifty (condotto da Gerry Scotti) ai programmi di Papi, fino allo stesso Milionario di oggi. È evidente che in tv ci sono figli e figliastri. I risultati che per me erano “flop”, se li fa Scotti vanno bene.
Se vi fischiano le orecchie leggendo queste parole, o magari state vivendo una sorta di déjà vu, è mio obbligo informarvi del fatto che non si tratta di niente di tutto ciò. Molto più semplicemente, Amadeus ha ripetuto per filo e per segno quanto aveva già asserito alla chiusura estiva, data la quale si gridava a squarciagola il flop, del suo 1 contro 100, per cui asserì:
Tra noi conduttori ci sono figli e figliastri e io mi sento nettamente un figliastro.
Frecciatina neanche tanto velata, perciò, al suo eterno rivale Gerry Scotti. Analizziamo i fatti. L’8 settembre 2008 torna sugli schermi di Canale5, dopo gli strascichi di un flop tirati dietro per tutta un’estate quali quelli di Jackpot, fate il vostro gioco!, Chi vuol essere milionario? per la sua consueta tranche autunnale di puntate. Non viene accolto, però, così come si riteneva potesse: ascolti che in un paio di casi hanno superato quota 20% totale. In crisi evidente, quindi. Amadeus, invece, con il suo 1 contro 100, ottenne la media del 22% con punte del 26% (come da lui stesso affermato nell’intervista dalla quale abbiamo tratto le parole di cui sopra) di share in estate, e un tondo 20% in inverno con punte di 4,5 milioni di telespettatori con il 21,5%. Primo punto: i dati sono imparagonabili. Gerry Scotti raccoglie la tempesta figlia del vento seminato a partire dal suo quiz 50-50 e da quello di Papi, mentre Amadeus raccoglieva la staffetta aurea di un discreto riscontro di Scotti. Secondo punto: è un periodo in cui tutti i programmi subiscono, più o meno, un’evidente flessione. Un esempio? La ghigliottina, la parte finale del programma L’eredità, non totalizza più le punte del 38%, ma di altre che hanno undici punti percentuali in meno. Terzo punto: il Milionario, nonostante l’appeal indiscusso, ha fatto il suo tempo. Un quiz che ha ottenuto successi strabiliantiper 8 anni, rispetto al quiz di Amadeus che aveva alle spalle solo otto mesi di vita.

Ma
- perché c’è sempre un ma -. È inutile dire che nei confronti del presentatore è stato da sempre attuato un massacro mediatico, per il quale ogni apparizione televisiva era un continuo bersaglio. Gli ascolti del suo quiz con i 101 concorrenti è stato, almeno in forma personale, sempre difeso, per quella che è la resa, e per quelli che sono stati gli ascolti, mai fallimentari così come accaduto con i successivi esperimenti. Ecco, allora realmente Amedeo Sebastiani è un figliastro? Forse sì, forse no. Magari è semplicemente soffocato dalla presenza di colonne della televisione italiana militanti nella sua stessa azienda, come Paolo Bonolis o lo stesso Gerry Scotti. E, mentre si appresta a condurre Casa Sebastiani su RTL 102.5, programma che segna il suo ritorno in radio, il suo agente Presta bussa alle porte di Rai, Mediaset e Sky in cerca di occupazione, lancia un messaggio disperato, ma implicito, a Mamma Rai:
Gli anni in Rai sono stati i più belli: sogno un grande varietà del sabato sera in stile Canzonissima.
Ma la Rai rivorrebbe indietro chi ha sputato nel piatto dove ha mangiato, per poi pentirsene amaramente in preda ad un delirio di onnipotenza? Forse è questo che fa di una persona un figlio o un figliastro: il modo in cui ci si pone dinanzi a quello che si fa, prima, mentre e dopo, al di là dei risultati, al di là di chi tu sia e del nome che porti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Beh non mi sembra che Amadeus sia proprio un poverino...Anzi. Credo che in realtà abbia guadagnato fin troppo...