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domenica 12 ottobre 2008

MASSIMO GILETTI: "LA MIA ARENA E' IL TALK SHOW PIU' SEGUITO DELLA TV"

Uno dei protagonisti dell'attuale palinsesto di RaiUno, seppur solo di domenica, è Massimo Giletti, Il presentatore torinese infatti, dopo un intero anno di Arena confrontata alla Buona Domenica di Paola Perego, ora impegnata in Questa Domenica, si è ritrovato quest'anno a scontrarsi con la corazzata Amici di Maria De Filippi. E nonostante le previsioni lo vedessero sonoramente sconfitto dai talentuosi ragazzi di Canale5, gli ascolti hanno dato un esito del tutto diverso. Il prodotto, a quanto pare, visto che regge da almeno 4 anni all'interno di Domenica In, regge e piace. Un talk che lui stesso dichiara "primo in ascolti nel genere", e che, dati alla mano, sembra aver incrementato almeno del 12% il pubblico giovanile di RaiUno, in quella fascia oraria. Ecco una intervista che lo stesso Giletti ha rilasciato a DivaeDonna:
L'Arena è frutto anche della sua tenacia con cui ha promosso il progetto di una televisione molto aderente alla realtà. Cosa è cambiato in questa stagione? "Nulla, non c'è motivo di modificare un talk show che si è saputo conquistare il primo posto nel settore con circa il 23% di share".
Dovrà rinunciare ad uno degli opinionisti più presenti, Lamberto Sposini, che ora guida la Vita in Diretta? "Verrà invece, in virtù dell'amicizia che ci lega ben oltre il lavoro. E' sicuro che non parteciperà ad ogni puntata. Penso infatti ad una alternanza con Michele Cucuzza. Entrambi rappresentano delle presenze significative nell'ambito del programma. L'arma vincente de L'Arena consiste nell'affrontare temi vari e nel non identificarsi con degli opinionisti fissi. Funziona benissimo. Da quando ci è stata affidata la fascia dalle 14 alle 15, si è notato un incremento di spettatori per lo più laureati, più giovani rispetto al passato. Ne sono particolarmente contento. Possono apparire piccoli numeri, ma segnano tuttavia una meta significativa. Non vinco l'Oscar della tv, nè i telegatti, però..."
E' vero, niente premi. A chi rimane antipatico? "Tanti nemici, tanto onore. Non ho vinto nulla, ma mi è toccata la soddisfazione di una telefonata in diretta di Adriano Celentano che non si era scomodato per nessun altro. In trasmissione contestavamo all'Ordine dei Medici di non aver ancora radiato un medico che aveva violentanto una ragazza. Che Celentano, mai intervenuto così in un programma, sentisse la necessità di esprimersi in nostro favore per ciò che stavamo discutendo, vale per me più di qualunque statuetta"
Appaiono gli stessi ragazzi nel suo studio: formano oramai una squadra? "Le persone che mi affiancano all'Arena ne sono la linfa. Questo è l'unico talk show che permette un colloquio tra la gente ed il politico, il potente. E' il solo spazio della nostra televisione in cui l'operaio, la casalinga, lo studente, l'impiegato, possono contestare faccia a faccia, ed è accaduto in passato, personalità di rilievo, figure importanti del paese."
Un tempo era la missione di Funari. Si sente un erede di Funari e del suo A Bocca Aperta? "Ho due cari ricordi nel cuore. Corrado: disse che Giletti aveva un modo garbato di condurre, vicino al suo. Funari riconobbe nella mia Arena lo stesso Dna del suo A Bocca Aperta e mise in risalto il mio grande lavoro. A Funari va il merito di aver dato per primo la parola al pubblico comune. L'Arena testimonia un ulteriore sviluppo, arriva a permettersi il confronto, persino aspro in certe occasioni. Poi vanno a sottolineare le reciproche differenze di stile e di approccio, innegabili tra me e Funari. Ho un grande rispetto per lui, gestiva la macchina televisiva in un modo fisico, con un istinto quasi animale. Insomma, il percorso che abbiamo compiuto fino ad oggi è già abbastanza forte. Quest'anno ci concentreremo ancora più sull'attualità. Ciò potra convincerci anche a buttare all'aria una scaletta già pronta, per dedicarci ad un argomento o ad una situazione dell'ultima ora. Non è un problema. Non sappiamo mai con troppo anticipo i temi che svilupperemo, senza nessuna preclusione, dai fatti più scottanti, a ciò che desta il sorriso".
All'interno del programma non si sono mai creati problemi tra voi conduttori? "No, ognuno ha il suo tempo. Con Pippo ho un rapporto stretto, stabile: ci siamo sempre guardati negli occhi. Ha aggiunto solo positività a Domenica In e bisogna essergli grati. Stando con lui ho compreso tante cose; per esempio come si conducono certe battaglie. Si palesò qualche ombra, subito dissolta, solo alla vigilia di Sanremo, quando avrei voluto parlare del Festival. Non era semplice visto che Pippo ne teneva il timone. E' questa l'unica circostanza in cui ci siamo scambiati qualche sorriso o qualche sguardo un pò diversi. Non scorderò mai che con Baudo battemmo la corazzata Bonolis, la trasmissione SerieA, su Canale5. Dopo sei puntate, furono costretti a chiuderla. Quello segnò tra noi un momento indimenticabile: ci avevano dati per sconfitti, ribaltammo ogni previsione."
Lei è anche autore dell'Arena: esiste l'eventualità di trasferire la trasmissione in seconda serata? "Si, ne sono autore con Fabio Buttarelli. Nella seconda serata sarebbe perfetta, ma, come trovare una collocazione? C'è già Vespa. L'Arena è un format che si può adattare ad ogni ora, e che non è semplice copiare, come qualcuno ha tentato di fare"

1 commento:

Anonimo ha detto...

Massimo Giletti si dimette dall'Ordine dei giornalisti
Massimo Giletti si è dimesso dall'Ordine dei giornalisti. Lo annuncia l'Ordine del Piemonte, dove lui era iscritto, e che ha accolto le sue dimissioni archiviando così il procedimento disciplinare che lo vedeva incolpato di violazione delle norme sul divieto di commistione tra informazione giornalistica e pubblicità.
«È una scelta quella di Giletti - commenta il presidente dell'Ordine del Piemonte Sergio Miravalle - che attesta la consapevolezza dell'incompatibilità tra attività giornalistica e pubblicità». È la conclusione - spiega una nota dell'Ordine - di una vicenda che aveva già visto Giletti sottoposto, sempre per la stessa violazione sulla pubblicità, a tre sanzioni disciplinari nel 1998, nel 2005 e nel 2006, rispettivamente a dodici, due e poi ancora dodici mesi di sospensione. Il nuovo procedimento riguardava lo spot del pollo Amadori nell'ambito di Domenica In su Rai Uno.
«Nel corso dell'audizione di Giletti - sottolinea inoltre il presidente Miravalle - è stata rilevata l'esistenza di una sorta di 'obbligo contrattualè imposto dalla Sipra, la concessionaria di pubblicità Rai a prestare volto e immagine a favore di clienti pubblicitari, ricevendone un compenso».