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martedì 12 agosto 2008

"E LA CHIAMANO ESTATE?" DI RAIUNO: ALLA RICERCA DELLO STEREOTIPO PIÙ DIFFUSO

Lo ammetto: se ci fosse stato un approfondimento, degno di tale nome, sugli ori vinti, sulle medaglie conquistate o semplicemente sulle dispute effettuate, indipendentemente dall’accecato tifo per la nazionale italiana in ogni circostanza che la vede protagonista, nella terza giornata dei giochi olimpici di Pechino 2008, non avrei esitato a fiondarmici su. Purtroppo, facendo zapping su RaiDue che, come ben sappiamo, è stata nominata rete olimpica, c’è il "solito" Roberto Giacobbo con il suo programma Voyager - Ai confini della conoscenza adibito per la sua veste estiva, che in vacanza pare non andare mai. In questa ulteriore serata afosa e bollente, in cui naturale è rimpiangere il leggero venticello diffusosi nei giorni precedenti nel meridione del Bel Paese, di rientro da un breve giro utile per bere qualcosa in compagnia che come unica conseguenza non ha lo sperato prendere quel po’ di aria che potesse rinfrescarti a dovere, quanto piuttosto l’avere la candida camicia appena appena madida di sudore per quell’infernale calore che, a Sole tramontato, emanano incredibilmente anche i sampietrini posti senza rigore in strada, deluso dalle aspettative relative al poter assaporare qualche intervista o di qualche sintesi in più, cercate senza risposta, accertatomi che non siano e che non venissero proposte, divento padrone del nerissimo telecomando e vado alla ricerca di qualcosa che possa accompagnarmi all’uscio della notte che sta per incombere.
Canale5 propone il solito film, che leggo, dalla guida televisiva, essere di matrice tedesca. Non mi convince: voglio altro, desidero qualcosa che mi traghetti per tutta la lunghezza di quella parte della giornata su cui luce è fatta solamente da qualche lampione, che emette flebili e deboli barlumi, e dal bagliore mai accecante della Luna in cielo, sino allo scoccare della quattro di mattina, quando il richiamo del nuoto, il quale la fa da padrone nella prima mattinata della capitale cinese, è tale che non si è in grado di dire no. Questo qualcosa non lo ritrovo neanche in quella sorta di Lucignolo prima versione che è il reportage di seconda serata estivo made in Studio Aperto dal titolo Tutto in una notte, in onda su Italia1. Chiedendomi cosa potesse esprimere questo indefinito, e di quale campo esplorasse la totalità, mi giunge un suggerimento: pigiare il primo tasto dell’aggeggio di cui poco prima divenni padrone - e non schiavo -. Un pigiare che mi porta, come giusto che sia, su RaiUno, alla sigla di una trasmissione di cui non avevo mai sentito parlare prima, intitolata E la chiamano estate? Primo giudizio strettamente personale: Non l’avessi mai fatto.

Cerco di informarmi e di capire quantomeno di cosa potesse trattare, di chi lo conducesse e cose varie. Sbalordito, vengo a sapere che è in onda già dal lontano 2005, condotto da Michele Cucuzza. Il programma di RaiUno è dedicato alle vacanze degli italiani e ai riti e alle abitudini che ogni anno si rinnovano al sopraggiungere della bella stagione. Incomincio a farmi un’idea, ma non pensavo di avere a che fare con ciò che, contrariamente, ho visto. Cucuzza, per la cronaca, in questa quinta edizione non c’è. Forse si sta preparando alla nuova edizione di Uno Mattina che condurrà per la prima volta da settembre. Il programma è costituito semplicemente da una serie di filmati anticipati solamente dalla scritta in sovrimpressione riportante l’intitolazione e i nomi di chi ha partecipato alla realizzazione. La prima puntata tratta di Napoli, dell’arte dell’arrangiarsi, tipica degli stessi napoletani, e della vita di chi luglio e agosto li passa in città. Ci si sarebbe potuti aspettare una rassegna di come la vita è affrontata nei vicoli più stretti del capoluogo partenopeo, un riassunto dei mille e più modi per portare la pagnotta a casa. Parzialmente, sotto questo punto di vista, non si è delusi. Parzialmente - va sottolineato - vedendo in che modo questa benedetta pagnotta si porta in tavola. La trasmissione inizia con un servizio su Fortuna. Chi è? Fortuna è una bambina, sui dodici anni, conosciuta a Napoli e dintorni per il suo successo nelle vesti di cantante neomelodica. Dodici anni e cantante, appunto. Per rendere l’idea, questa è l’introduzione al videoclip di Tuca tuca tuca, il nuovo ballo (?) dell’estate 2008 lanciato dalla cantante:
Attenzione: se vi diciamo che Fortuna è una, è perché è inimitabile. Infatti, il successo continua senza sosta. Quest’anno è il tempo del tuca tuca. Ah, dimenticavo: questo lo potete imitare! Infatti, lo ballano già tutti: prova a ballare anche tu!
Ed è solo l’introduzione, e vi risparmiamo scene tipo quelle relative ad un poppante di quinta elementare che tenta di accendere una sigaretta per poi (tentare di) fumarsela. Andiamo avanti, e la trasmissione prosegue sulla stessa linea, quella dei neomelodici, come se fosse l'unico modo per andare avanti nella vita: ecco che passa in rassegna il mestiere del manager, colui che gestisce le serate e le apparizioni dei vari cantanti. Per quelli più conosciuti, per esempio Alessio, il manager è personale ed unico. E di questo viene fatta una sintesi della giornata tipo, tra un pranzo consumato a telefono a prendere nota degli appuntamenti e una manicure (per l’uomo "le mani curate sono il biglietto da visita di ogni uomo") disturbata dagli squilli del cellulare di chi, evidentemente, richiedeva l’interprete del successo Ma sì vene stasera, Sms o dell’attuale Solo tu sarai per una festa di prima comunione o di matrimonio. Per quelli che invece non hanno ancora trovato l’affermazione, c’è un uomo il cui desiderio è semplicemente fare soldi, una sorta di "mini Lele Mora napoletano" per la mole di artisti presenti nella sua scuderia, tra cui spiccano Raffaello, colui che incitava subdolamente a spogliarsi dei pantaloni per fare l’amore in un suo primo successo dal titolo Scivola quel jeans per poi, subito dopo, aizzare a rimetterseli, in Tirati su quei pantaloni, ed Emiliana Cantone, che, dal canto suo, con enormi messaggi subliminali, desiderava che i suoi fans passassero ad un particolare gestore telefonico (“Sta linea 3 l'hann invenata o ssaje pe me…”, perché in questo modo poteva ascoltare la voce del suo ragazzo più facilmente senza dilapidare un patrimonio). Qualche altra cosa? Ah sì, c’è il pescivendolo, quello che alle tre di mattina si alza per andare ai mercati generali e che finisce, al tramonto, di lavorare. E che, dopo il tempo di una doccia, fa un breve riposino in auto per essere tonico e pronto più che mai per cantare a squarciagola il successo Matrimonio napulitane sulla festa di battesimo di turno. "N'atu cantante!", naturale esce dirlo. Questi i capisaldi del primo appuntamento dell'approfondimento dell’estate italiana.

C’è bisogno di giudizi? Il programma, firmato da alcuni dei volti più importanti de La vita in diretta, non offre nulla di nuovo nel panorama televisivo agostano. È evidente la caccia allo stereotipo più semplice, a quello più diffuso e largamente e passivamente accettato, in modo da parlare di un qualcosa, in questo caso di Napoli, facendo poca fatica, quella eventualmente spesa in modo da scovare quelle persone che veramente si rimboccano le maniche e si inventano di tutto di più per tirare avanti, parlando, o volendo parlare, dell’arte dell’arrangiarsi. Un programma evitabilissimo, fintamente d’assalto, fatto tanto per coprire un’ora e mezzo di vuoto televisivo in seconda serata: un Lucignolo per sessantenni soporifero e ipocrita. Un aggettivo? Imbarazzante. Come vorrei ci fosse stato quell’approfondimento olimpico…

Update: La trasmissione ha ottenuto 1.208.000 telespettatori per il 13,82% di share.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non è rintracciabile da nessuna parte la replica di questo orrido programma televisivo ? ho voglia di farmi due risate...

Anonimo ha detto...

Viva Napoli i napoletani e la musica napoletana(neomelodica e non solo...)!!!

El Barto ha detto...

Anonimo#1
Io spero che prossimamente sul dorso del mulo compaia qualcosa... se ti palesi prossimamente nei commenti posso tenerti informato sotto questo punto di vista :D

Anonimo#2
E lo dici a me? Io sono di Napoli! E ti dirò di più: a me i neomelodici piacciono anche! Altrimenti non avrei potuto scrivere questo pezzo... però concorderai con me quando penso che ieri si sia raggiunto il limite!

Anonimo ha detto...

io stò cercando questa puntata anche su you tube niente da fare.. possibile che non si riesca a reperire in nessun posto?:(((

Expedit ha detto...

Anonimo
appena posso, contatterò ElBarto.
Potrebbe esserti di aiuto..:)

Unknown ha detto...

e tu saresti meglio di alessio?...c'è gente che non vale nulla come i PQUADRO o la mitica giusi Ferreri...ma dai..alessio merita il successo nazionale xkè è partito dalla gavetta..

Anonimo ha detto...

e tu saresti meglio di alessio?quando c'è gente che nn vale nulla come PQUADRO o la mitica GIUSI FERRERI..alessio merita il successo nazionale xkè è partito da zero

Anonimo ha detto...

ragazzi qual è il titolo della sigla del programma?