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giovedì 7 febbraio 2008

E SE RISPONDESSI IO STESSO ALLA INTERVISTA A MASSIMO DONELLI?

Considerando qualche stralcio della intervista a Massimo Donelli tratta da Digitalsat.it, posso pensare di realizzare un ideale botta e risposta su ciascuna delle risposte che l'attuale direttore di Canale5 ha fornito all'intervista realizzata da Italia Oggi. Cominciamo:

La guerra tra Rai e Mediaset? «Un teatrino».
La stampa che parla di tv? Spesso «c'è da ridere».
Allora partiamo dal primo grande luogo comune della chiacchiera televisiva: la guerra degli ascolti tra Rai e Mediaset. È vera o è una sceneggiata, appunto, televisiva?Secondo me sfugge sempre all'osservazione un punto: oggi in Italia c'è una larghissima offerta. C'è la televisione analogica terrestre, la tv satellitare, la tv digitale terrestre, la web tv e poi la tv via fibra ottica. I tre player maggiori italiani sono Rai, Mediaset e Sky. Uno può contare sugli abbonamenti e sulla raccolta pubblicitaria, e mi riferisco a Sky. L'altro può contare sul canone e sulla raccolta pubblicitaria, e questa è la Rai. Il terzo può contare solo sulla raccolta pubblicitaria: Mediaset. Ecco perché la mission di ciascuno dovrebbe essere diversa. Noi lo abbiamo molto chiaro: la nostra è quella di fare una buona televisione che da un lato vada a rispettare il pubblico e dall'altro che consegni agli inserzionisti, l'unica fonte di ricavo, un'audience pregiata. Si chiama la tv commerciale.
Quindi?Quindi smontiamo il primo luogo comune sulla guerra degli ascolti: facendo la tv commerciale noi non abbiamo concorrenti. Perché la Rai fa o dovrebbe fare il servizio pubblico e Sky ha la sua leva principale di ricavi negli abbonamenti. Nonostante quello che si scriva e si dica, non esiste nessuna forma di competizione tra RaiUno e Canale 5.
Devo essere sincero. Non capisco perchè Massimo Donelli, per l'ennesima volta tende a smontare una concorrenza che esiste, innegabile, palese a tutti gli effetti e da tantissimi punti vista. Se fosse applicato il discorso delle diverse mission, molte polemiche risulterebbero davvero futili, seppure essere sono realizzate o riportate da noti quotidiani o siti internet. Se fosse davvero applicato nella realtà il discorso della falsa concorrenza, lo stesso Donelli, da direttore di TvSorrisie Canzoni, avrebbe potuto esternare a gran voce questa sua teoria. E, da assiduo lettore della rivista, non mi sembra lo abbia mai fatto. Solo ora, sulla poltrona da direttore di rete, utilizza questi toni, ben diversi da quelli precedenti.

Eppure sembra l'unica cosa che interessa ai giornali.C'è da ridere. Addirittura si è arrivati a scrivere che Striscia la notizia, il programma di più grande successo di ascolti e durata nel tempo della tv italiana (è in onda da 20 anni, ndr), cominciava quando finiva Fiorello. Eh no, era Fiorello che finiva quando cominciava Striscia, la quale non ha modificato i suoi orari.
E gli sforamenti di orario? Con chi me la prendo se mi si raffredda il pop com?Guardi, non ha cominciato Mediaset a sconvolgere gli orari. Per noi il rispetto degli orari è un must. Mediaset ha dovuto reagire a forzature di altri (ovviamente RaiUno, ndr) solo per proteggere i suoi programmi.
Allora vede che un po' di reciproco fastidio ve lo date...Non è reciproco. È unilaterale

Striscia non ha modificato i suoi orari? Mi sembra che questo sia errato. Seppur l'inizio non fosse stato stravolto, frutto questo di un probabile reciproco accordo, il termine della trasmissione mi sembra sia andato ben oltre la consuetudine. Spesso il tg satirico della rete ammiraglia di Canale5 è terminato con più di 15 minuti di sforo, in tutti i 15 giorni di programmazione del programma di Fiorello e Baldini. Addirittura, giovedì 24 gennaio, ha ceduto la linea a Ris4, "nientedimenoche" alle 21:44. Non è questo un cambiamento di orari? Eppure senza Fiorello, Striscia la Notizia termina circa alle 21:10, di pari passo all'access di RaiUno. Ma a quanto pare gli sfori per Donelli, sono tutti made in Rai. E quindi uno sforo made in Mediaset è solo frutto di difesa dei suoi programmi. Allora viene meno un concetto appena affermato dallo stesso direttore. Allora una concorrenza esiste. E quanto detto nella risposta alla seconda domanda? Se non c'è concorrenza, se non esiste il confronto, perchè non rispettare gli orari prestabiliti, nonostante i presunti sfori tutti realizzati a quanto pare, a Viale Mazzini? O mi sbaglio? E' un cane che si morde la coda. Non esiste concorrenza, ma se RaiUno sfora, Canale5 deve difendere i suoi prodotti. Allora una concorrenza c'è. Eccome se c'è. Ed allora perchè parlare di "fastidio unilaterale"? Non è una forzatura bella e buona, una presa di posizione con poco senso?

Andiamo avanti: la tv di qualità non fa share da Mondiali di calcio. Ergo: la tv commerciale, che vive di ascolti, non può fare una tv di qualità.È uno di quei fantastici luoghi comuni che mi fanno un po' sorridere e molto arrabbiare. La tv di qualità secondo alcuni deve essere, chissà perché, una cosa alta, raffinata e per pochi. Se Benigni legge Dante è tv di qualità, e siamo d'accordo. Ma se Gerry Scotti fa impeccabilmente, come fa ogni sera, un quiz che viene declinato in decine di lingue al mondo come II milionario, qualcuno si sente di dire che quella non è tv di qualità? Hai un ottimo presentatore, uno studio di altissimo livello, luci meravigliose, musica perfetta che sottolinea i vari momenti del gioco insieme a una regia di serie A, una squadra di autori tra i migliori. Chi può dire che questo non è un prodotto televisivo di qualità impeccabile? Per fare Ciao Darwin ci vogliono 23 telecamere, ha presente cosa significa? Solo un grande regista come Roberto Cenci può farlo con successo. E muoversi in mezzo a 23 telecamere? O sei un campione come Paolo Bonolis o fai una figuraccia. Far bene la tv è fare tv di qualità. Perché in tv gli errori e i difetti si moltiplicano per mille. E un po' limitativo parlare di tv di qualità solo quando entra in scena il bravissimo Marco Paolini.

Qualcuno ha mai detto che la televisione realizzata da Gerry Scotti sia televisione di "bassa lega"? Io personalmente non ricordo furenti polemiche a riguardo di una delle migliori trasmissioni offerte da Canale5. Anzi, non si può usare proprio il Milionario e Gerry Scotti per nascondere quelli che sono stati veri e propri esempio di televisione di bassa qualità, avvenuti proprio sotto la direzione di Massimo Donelli. Il surreale reality 123Stalla con Barbara D'urso, teatrino di squallidi litigi e volgari discussioni. La stessa Buona Domenica, almeno nella passata edizione, luogo di immani polemiche tutte rigettate dal team autorale forse fin troppo consapevole di ciò che stava combinando. Una consapevolezza che si palesa in una diversa e più adeguata linea autorale assunta da Buona Domenica in questa edizione attuale. E poi che c'entra Gerry Scotti? Se lo è Gerry Scotti lo è anche Carlo Conti. E se lo è Bonolis, lo è anche Affari Tuoi. Non credo che la qualità di un prodotto sia proporzionale alla quantità di telecamere o alla qualità delle luci in studio. La qualità credo sia ben altro. E credo che si possa raggiungere anche con contenuti ben più bassi del nostro Dante Alighieri.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

avevo già letto l'intervista di donelli e non pensavo di trovare una risposta, ma devo dire che la condivido in pieno, aggiungo che se la televisione di qualità è solo il numero di telecamere usate, basterebbe mettere 50 telecamere a riprendere il traffico ed avremmo la tivù di qualità
saluti

Anonimo ha detto...

ti ringrazio Luciana. Purtroppo questo è l'unico modo per controbattere ad alcune "imprecisioni" che vengono commesse in alcune interviste....e molto spesso da Donelli con la sua leziosità....
Expedit

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con l'articolo e con le risposte.
complimenti per il blog

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo su tutto. Perchè sia raiuno sia canale 5 chiudevano alle 21.30 e non le 21.10. Riguardo al discorso del ritardo dei programmi è dovuto alla tutela del programma perchè se anche si ragiona su un altro target se avviene lo scontro con il programma di access prime time in chiusura della rete concorrente il prodotto è danneggiato comunque anche sul target commerciale.
E poi questo articolo mi sembra molto di parte mi sarebbe piaciuto leggere un'analisi obiettiva. Mi è sembrata la controrisposta del direttore di Raiuno.

Anonimo ha detto...

Infatti il mio obiettivo era proprio di quello di realizzare un "virtuale" contraddittorio.
E se ci sono riuscito al punto tale da apparire il direttore di RaiUno, è ancora meglio, lo prendo come un complimento. Vuol dire che le mie "risposte" sono apparse credibili. Non si può pretendere obiettività in un articolo palesemente critico nei confronti di Donelli. Grazie...:)

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con molte cose. il fatto delle luci poi è un cult...