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venerdì 8 febbraio 2008

GIORGIO PANARIELLO RAPPRESENTA ANCORA LA "TV DEFICIENTE"?

Per anni è andato avanti questo slogan. Per anni ti etichettano in un certo modo e poi fatichi tantissimo a scrollarti di dosso un marchio, un timbro. Capita nella vita di tutti i giorni, e capita anche nel dorato mondo della televisione. Giorgio Panariello, per tempo, è stato definito l'emblema della tv deficiente, della tv vuota di contenuti, sciocca e senza senso. Clamore fecero queste dichiarazioni, e tante furono le polemiche che queste si trascinarono nel tempo. Sinceramente io non gradisco al 100% la tv di Panariello, ma, già anni fa, non ritenevo giusto questo luogo comune. Ma gli spettacoli televisivi del sabato sera di Giorgio Panariello si sono dimostrati come il vino, nella nostra tv. Con il tempo, invecchiando, sono migliorati dinanzi agli occhi di tutti, anche ai miei. Non voglio fare "discorsi stampo", di quelli che si lamentano della tv di oggi, di quelli lamentosi tutti uguali tra loro. Semplicemente, almeno soffermandomi al solo sabato sera di RaiUno, ci si rende conto di come addirittura si possa rimpiangere un semplice varietà come quello di Giorgio Panariello e Tosca D'Aquino. Circa 180 minuti di leggerezza, di intrattenimento, di divertimento o, nel peggiore dei casi di indifferenza. Poteva non far ridere, ma lungi da esso la tristezza e l'angoscia che spesso trasmettevano le tristi storie di Antonella Clerici ed il suo Treno dei Desideri. Ovviamente mi sto soffermando sul solo sabato sera di RaiUno. Quello di Canale5 da anni è fatto di lacrime. Ma almeno quelle sono di successo, e per la logica della televisione, giustificate. Con Panariello almeno non si cercava la lacrima, non si schiaffavano sul piccolo schermo drammi personali. Era la tv. Quella il cui compito è anche quello di farci divertire. Si arriva quindi persino a rimpiangere il sabato sera di Panariello, quello con la sua irrestistibile imitazione di Renato Zero. E quella sarebbe tv deficiente? E quella di oggi? E' più deficiente una televisione che cercava di farci ridere, o quella in cui il centro di tutto sono le lacrime, o le volgarità molto più pesanti, della televisione attuale? Un sensazionalismo dei sentimenti. Forzato, molto forzato.
Ma ora quindi, con un Ballando con le Stelle in necessaria quarantena, e un Treno dei Desideri al di sotto delle attese, facendo il verso del titolo della sua trasmissione, Giorgio Panariello, "Tornerà davvero il sabato?"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ci vorrebbe proprio uno show alla panariello

Anonimo ha detto...

Si, anche io spero torni.
Si è parlato di uno show di Raffaella Carrà, ma se ciò non dovesse accadere, credo che la "seconda scelta" migliore per RaiUno sia proprio Giorgio Panariello.