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martedì 29 luglio 2008

BONOLIS E' PRONTO, MA SANREMO RISCHIA DI SALTARE PER UN ANNO. CHE FARE?

Sanremo sembra davvero in pericolo. O così sembra. Paradossalmente è tutto pronto. Bonolis scalpitante per tornare sul palco dell'Ariston, ( a quanto si dice le sue intenzioni sono quelle di portare nel teatro sanremese una diva del cinema italiano, come ad esempio Sofia Loren, ed una giovane promessa del piccolo schermo) a breve le polemiche su esclusi o eliminati, magari il perenne problema Albano, ma il problema è di quelli di più grandi e preoccupanti: l'accordo con il comune di Sanremo. Mai la trattativa tra la televisione nazionale ed il comune ligure è stata così lunga ed estenuante, e mai forse si è arrivati al reale rischio che il "carrozzone" di febbraio-marzo, che sotto sotto tutti ammiriamo o almeno amiamo criticare, possa saltare. Dopo i rumors dei giorni passati, ora sembra che la notizia abbia acquisito una maggiore complessità, con un testa a testa, o meglio un muro contro muro, che vede. almeno a breve termine, poche probabilità di terminare. Ecco, nel frattempo, l'articolo de Il Giornale al riguardo.

A Sanremo si litiga ma il tempo stringe.Cappon minaccia: Festival sospeso per un anno. Ma sotto sotto si tratta
GIANNI MICALETTO-SANREMOUn anno sabbatico per il Festival?
È la minaccia della Rai, che non accetta le condizioni del Comune di Sanremo per il rinnovo della convenzione. Non solo: le interpreta come il segnale di un’«indisponibilità» dell’amministrazione a partecipare al rilancio della gara canora, dopo il vistoso calo dell’audience. Così, il direttore generale Claudio Cappon ha scritto una lettera di fuoco al sindaco Claudio Borea, dichiarandosi stupito e deluso per «l’inatteso e mutato atteggiamento di chiusura rispetto a quanto discusso negli incontri iniziali». E avvisandolo che ulteriori ritardi finirebbero per «pregiudicare seriamente la tempistica d’avvio della fase realizzativa del prossimo Festival».Ce n’è abbastanza per immaginare scenari di guerra, catastrofici per la grande vetrina della canzonetta. In realtà, non conviene a nessuno (se non alla concorrenza) congelare il rito mediatico in cui l’Italia si specchia da oltre mezzo secolo. Tanto che la sparata di Cappon ha già ottenuto un primo effetto: ieri il Comune si è dichiarato disponibile a un incontro urgente «per giungere a una posizione di reciproca convenienza». Ovviamente, il sindaco respinge le accuse al mittente. E condivide l’idea di «assumere iniziative forti su tutti i piani operativi, anche tecnologici, per non cadere nell’errore di una mera azione di conservazione».Alla Rai hanno individuato in Paolo Bonolis, cavallo di ritorno, l’uomo giusto per ridare smalto al Festival. C’è l’accordo, ma senza la nuova convenzione non può essere ufficializzato. In viale Mazzini vorrebbero chiudere la partita prima della pausa estiva, per avviare la macchina produttiva della kermesse (peraltro già in forte ritardo), ma le richieste partite da Sanremo hanno congelato la trattativa. L’obiettivo di Cappon è quello di ottenere il via libera dal Cda convocato per il 6 agosto. Ma fra domanda e offerta c’è un abisso (si discute persino del logo), anche se il sindaco lascia intendere aperture. La Rai vuole un’intesa per 3 anni e non per 5, rifiuta di rendere obbligatorio il Dopofestival (a Bonolis non piace) e punta a stringere i cordoni della borsa. Il Comune, dal canto suo, non vuole concedere sconti rispetto agli 8,3 milioni l’anno indicizzati ricevutifinora, ma è disponibile a introdurre elementi di maggiore flessibilità, per canalizzare meglio l’impegno produttivo della tivù di Stato in città, in modo da valorizzare di più fiori, Casinò, SanremoLab e altri elementi distintivi.

Un uteriore segno forse, che la televisione sta realmente cambiando. Il pubblico televisivo, quello più consolidato ed appassionato, potrebbe vedere venire meno una delle sue più grandi certezze. L'appuntamento con Sanremo è innegabilmente imperdibile, seppure per taluni l'occhio non riesce ad essere diverso dal critico. Difficilmente un anno televisivo riuscirebbe ad essere tale se, nella prima settimana di marzo dovesse mancare quel turbinio di chiacchiere e polemiche che contraddistinguono la kermesse canora. La canzone migliore, la qualità della presentazione, sino a giungere all'abbigliamento dei protagonisti. Un appuntamento che talvolta, riesce a portare il nome della nostra nazione nel mondo, e che, a breve termine ha visto i natali di grandi nomi, tra cui Laura Pausini, Giorgia, Andrea Bocelli. Gli italiani confermano, come sempre il loro comportamento. Perchè non rovinare quanto di poco funziona nel nostro paese?

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