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domenica 27 luglio 2008

COSA SUCCEDERÀ A CHI ACQUISTERÀ I DIRITTI TELEVISIVI PER L'IMMINENTE CAMPIONATO DI CALCIO DI SERIE A?

Ore 18.10. Tutti gli appassionati di calcio fino al 2004 hanno trovato su RaiUno, a quest'orario, ogni domenica pomeriggio, il loro programma preferito, tale da soddisfare la loro sete più volte tramutata in reale avidità fatta di svariati fuorigiochi, di dubbi rigori, di sorprendenti dribbling e quant’altro abbia a che fare con il mondo del pallone tutto fatto da pentagoni neri ed esagoni bianchi. Quella carrellata di goals, spezzata da pochi commenti tecnici e qualche visione di moviola, mai pesante, filava liscia come l'olio nella sua durata di circa e soli sessanta minuti e rendeva felici i tifosi delle squadre che avevano vinto in quella determinata domenica calcistica, mentre faceva, diplomaticamente parlando, “stare soprappensiero”, per non dire un più reale arrabbiare, gli altri, delusi dalla prestazione del loro team del cuore. 90° minuto, senz’ombra di dubbio, è la storia del calcio visto in Tv. Le abitudini degli italiani cambiarono in maniera oltremodo forzata, quando, proprio nel 2004, la Rai perse i diritti calcistici, senza i quali le immagini delle dispute calcistiche non sarebbero potute andare più in onda, almeno nei circuiti delle televisioni di Viale Mazzini, prima delle 22.30, orario in cui la linea è sempre stata ceduta al programma sportivo Rai di seconda serata, la storica Domenica sportiva. E li perse in favore dell’azienda rivale, Mediaset, che li compra a caro prezzo, scippandoli a chi li deteneva da ben 35 anni, se non di più.
È dapprima Paolo Bonolis, successivamente Enrico Mentana, a gestire il commento relativo alla giornata tutta sportiva, con il programma Serie A - Il grande calcio, che tenta di coniugare la costante calcistica agli elementi di puro intrattenimento, soprattutto con gli interventi della Gialappa’s Band sottoforma non solo di freddure irriverenti e commenti improvvisi, ma anche come produzione filmata, all’interno di cui spiccavano i mitici e divertentissimi lisci. Un mix, però, mal digerito dagli spettatori cui riflesso è registrato negli ascolti sempre deludenti, rispetto a quanto vennero pagati i diritti, e da una successiva rivisitazione della trasmissione non solo per quanto riguarda la conduzione, con una combattutissima e seguitissima, anche dal dietro le quinte, sostituzione, ma anche relativa alla struttura stessa del medesimo programma, che prende una piega maggiormente giornalistica-sportiva che d’intrattenimento, come inizialmente proposto. Il fallimento in tutta linea riguardante il gestire i neo acquisiti diritti il primo anno porta a naturali riflessioni per il prosieguo dell’amministrazione degli stessi. Cambi in vista, quindi. Nasce l’appendice, nel 2006, di Controcampo di Italia1, diretto concorrente della DS di RaiDue in ogni giornata feriale per quanto concerne la seconda serata, dal titolo Ultimo minuto - preludio di ciò che poi successivamente accadrà con l’abbandono sbandierato e mai certificato all’accaparramento dei diritti? - che niente è che lo spostamento in tronco della trasmissione dalle 22.30 alle 18.15, sulla stessa rete, con gli stessi volti, con una sola differenza: quella che, a raffica, vengono presentati tutti i goals prima delle altre reti con i commenti alle fine degli stessi. Alla sera, per l’ulteriore versione di Controcampo, altro non c’è che da commentare il posticipo e riproporre, ancora una volta, stesse azioni e stesse reti. Con il programma di Piccinini, però, alla fine di maggio 2008 viene chiuso un ulteriore capitolo. Tre sono stati, infatti, gli anni per cui Mediaset ha pagato la possibilità di mandare in onda gli highlights della serie A, scippandoli, letteralmente, alla sua prevalente, anzi, unica concorrente che li aveva gestiti in maniera impeccabile.

Quale la situazione per l’imminente campionato la cui data per il fischio d’inizio è fissata per il 31 agosto? Contando che la situazione, nel corso del tempo, è estremamente mutata - ai tempi del programma ideato e condotto da Paolo Valenti non c’era una tecnologia così avanzata relativa al satellite che permettesse di vedere, contemporaneamente al fischio che sancisce la fine dei matches, tutti, ma proprio tutti, i goals e tutte le più belle giocate della giornata, circa un’ora prima dell’effettivo inizio del programmi di approfondimento - circolano al riguardo alcuni rumours. Mediaset avrebbe posto sul banco, in trattativa con la Lega Calcio, la “modica” cifra di 31 milioni di euro, nonostante Pier Silvio Berlusconi avesse asserito che «rispetto a quanto abbiamo pagato per 3 anni, i diritti della A ora valgono la metà. Maggiore offerta del criptato e mancanza di protezione dell'esclusiva ci portano a non ripetere l'offerta con cui portammo via il calcio alla Rai». Ciò che fa storcere un po’ il naso è il fatto che, a differenza delle scorse stagioni, quest’anno la presentazione dei calendari abbia avuto luogo su una rete Rai, per la precisione RaiDue. Sinonimo di come la Lega voglia riaprire rapporti con l’azienda di Viale Mazzini? L’indiscrezione, in merito, è firmata Urbano Cairo, non perché sia tratta dai suoi settimanali, ma in quanto voce direttamente uscita dalla sua bocca in qualità di presidente del Torino Football Club: «Bisogna vedere soprattutto quanto sarà disposta ad offrire la Rai. Sappiamo tutti che è molto interessata». A chi andranno, quindi, i diritti?

Qualora dovessero riapprodare nell’azienda di Cologno Monzese - ma appare poco probabile -, lo scenario che si balenerebbe sarebbe, a dire il vero, poco chiaro. I palinsesti 2008 Mediaset prevedono un ulteriore passaggio, questa volta non di orario quanto piuttosto di rete, della trasmissione calcistica di punta dell'azienda, Controcampo, da Italia1 a Rete4. Sinceramente non appare credibile l’investire così tanti soldi su un canale che ha come obiettivo d’ascolto l’8% di share. Uno sdoppiamento del programma, così come accade per il tribunale di Forum? Non si sa. Se, invece, come sempre più prepotentemente è dichiarata alta per probabilità, la possibilità che i diritti stiano di nuovo nelle mani di mamma Rai, il panorama appare ancor meno delineato. In questi tre anni si è rivista e rivistata completamente la domenica pomeriggio dei primi due canali di Stato. RaiUno, con la sua Domenica In, ha dato luogo ai tre segmenti, e un ritorno di 90° minuto - che, per diritto di cronaca, esiste ancora, ma con altre vesti e su un altro canale, RaiTre, dedicandosi alla Serie B - sconvolgerebbe i piani ancora una volta proposti per l'autunno venturo. Un Baudo dimezzato in marchette, una Bianchetti privata di diete, di politica e di canzonette o un Giletti con meno liti in studio? Per quanto riguarda RaiDue, abbiamo già avuto modo di dire come si sia eccellentemente reinventato Quelli che il calcio capitanato da Simona Ventura, divenendo sempre più varietà, contenitore, che programma d’approfondimento calcistico istantaneo. Un tuffo al passato, per quanto desiderato, presagirebbe un rischio: uno snaturamento, rispetto all'evolversi a cui sinora è stato soggetto per volontà propria e per necessità dovuta, il programma. Ciò che è da chiedersi è se veramente i diritti, oggigiorno, valgano realmente così tanto - pare che le cifre si aggirino attorno ai 60 milioni di euro -, quando poi il godersi gli highlights, da un punto di vista commerciale e non, verso le sei di pomeriggio è già parzialmente saziato. È meglio un sano ritorno alle origini o preferibile il dire "addio" ad ogni tipo di filmato sulle partite che non sia precedente la seconda serata? Anche in questo caso, a fare la differenza, sono i soldi. Se venisse chiesto di meno, sicuramente, tra le due possibilità, è chiaro a quale verrebbe data maggiore importanza.

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