Ore 18.10. Tutti gli appassionati di calcio
fino al 2004 hanno trovato su
RaiUno, a quest'orario,
ogni domenica pomeriggio, il loro programma preferito, tale da soddisfare
la loro sete più volte tramutata
in reale avidità fatta di svariati
fuorigiochi, di dubbi rigori, di sorprendenti dribbling e quant’altro abbia a che fare
con il mondo del pallone tutto fatto da pentagoni neri ed esagoni bianchi.
Quella carrellata di goals, spezzata da pochi commenti tecnici e qualche visione di moviola, mai pesante,
filava liscia come l'olio nella sua durata di circa e soli
sessanta minuti e rendeva felici i tifosi delle squadre che avevano vinto in quella determinata domenica calcistica, mentre faceva, diplomaticamente parlando, “stare soprappensiero”, per non dire un più reale arrabbiare, gli altri, delusi dalla prestazione del loro team del cuore.
90° minuto, senz’ombra di dubbio,
è la storia del calcio visto in Tv.
Le abitudini degli italiani
cambiarono in maniera oltremodo
forzata, quando, proprio nel 2004,
la Rai perse i diritti calcistici,
senza i quali le immagini delle dispute calcistiche
non sarebbero potute andare più in onda, almeno nei circuiti delle televisioni di Viale Mazzini,
prima delle 22.30, orario in cui la linea è sempre stata ceduta
al programma sportivo Rai di seconda serata, la storica
Domenica sportiva. E li perse
in favore dell’azienda rivale,
Mediaset, che li compra a
caro prezzo, scippandoli a chi li deteneva da ben 35 anni, se non di più.
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È
dapprima Paolo Bonolis,
successivamente Enrico
Mentana, a gestire il commento relativo alla
giornata tutta sportiva, con il programma
Serie A - Il grande calcio, che
tenta di coniugare la costante
calcistica agli elementi di
puro intrattenimento, soprattutto
con gli interventi della
Gialappa’s Band sottoforma non solo di
freddure irriverenti e
commenti improvvisi, ma anche come
produzione filmata, all’interno di cui spiccavano i mitici e divertentissimi
lisci.
Un mix, però,
mal digerito dagli spettatori cui riflesso è registrato negli
ascolti sempre deludenti, rispetto a quanto vennero pagati i diritti, e da una successiva
rivisitazione della trasmissione non solo per quanto riguarda
la conduzione, con una combattutissima e seguitissima, anche
dal dietro le quinte,
sostituzione, ma anche relativa
alla struttura stessa del medesimo programma, che prende
una piega maggiormente
giornalistica-sportiva che d’intrattenimento, come inizialmente proposto. Il
fallimento in tutta linea riguardante
il gestire i neo acquisiti diritti il primo anno porta a
naturali riflessioni per il prosieguo dell’amministrazione degli stessi.
Cambi in vista, quindi.
Nasce l’appendice, nel 2006, di
Controcampo di
Italia1,
diretto concorrente della
DS di
RaiDue in ogni giornata feriale per quanto concerne la
seconda serata, dal titolo
Ultimo minuto -
preludio di ciò che poi successivamente accadrà con l’
abbandono sbandierato e mai certificato
all’accaparramento dei diritti? - che niente è che lo
spostamento in tronco della trasmissione dalle 22.30 alle 18.15, sulla stessa rete, con gli stessi volti,
con una sola differenza: quella che, a raffica, vengono
presentati tutti i goals prima delle altre reti con i commenti alle fine degli stessi. Alla sera, per l’ulteriore versione di
Controcampo, altro non c’è che da commentare
il posticipo e riproporre, ancora una volta,
stesse azioni e
stesse reti. Con il programma di
Piccinini, però, alla fine di maggio 2008 viene
chiuso un ulteriore capitolo. Tre sono stati, infatti, gli anni per cui
Mediaset ha pagato la possibilità di mandare in onda gli
highlights della serie A,
scippandoli, letteralmente
, alla sua prevalente, anzi, unica concorrente che li aveva
gestiti in maniera impeccabile.
Quale
la situazione per l’imminente campionato la cui data per il fischio d’inizio è fissata per il 31 agosto? Contando che la
situazione, nel corso del tempo,
è estremamente mutata - ai tempi del programma ideato e condotto da Paolo Valenti
non c’era una tecnologia così avanzata relativa al satellite
che permettesse di vedere, contemporaneamente al fischio che sancisce la fine dei
matches,
tutti, ma proprio tutti,
i goals e
tutte le più belle giocate della giornata, circa un’ora prima dell’effettivo inizio del programmi di approfondimento -
circolano al riguardo
alcuni rumours.
Mediaset avrebbe posto sul banco, in trattativa con la Lega Calcio, la “modica” cifra di
31 milioni di euro, nonostante
Pier Silvio
Berlusconi avesse asserito che «
rispetto a quanto abbiamo pagato per 3 anni, i diritti della A ora valgono la metà. Maggiore offerta del criptato e mancanza di protezione dell'esclusiva ci portano a non ripetere l'offerta con cui portammo via il calcio alla Rai». Ciò che fa
storcere un po’ il naso è il fatto che,
a differenza delle scorse stagioni, quest’anno la
presentazione dei calendari abbia avuto luogo su una rete
Rai, per la precisione
RaiDue. Sinonimo di come la Lega voglia
riaprire rapporti con l’azienda di Viale Mazzini?
L’indiscrezione, in merito, è firmata
Urbano Cairo, non perché sia tratta dai suoi settimanali, ma in quanto voce direttamente uscita dalla sua bocca in qualità di presidente del
Torino Football Club: «
Bisogna vedere soprattutto quanto sarà disposta ad offrire la Rai. Sappiamo tutti che è molto interessata».
A chi andranno, quindi,
i diritti?
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Qualora dovessero riapprodare nell’azienda di Cologno Monzese - ma
appare poco probabile -
, lo scenario che si balenerebbe
sarebbe, a dire il vero,
poco chiaro. I
palinsesti 2008 Mediaset prevedono un
ulteriore passaggio, questa volta non di orario quanto piuttosto
di rete,
della trasmissione calcistica di punta dell'azienda,
Controcampo, da Italia1 a Rete4. Sinceramente non appare credibile
l’investire così tanti soldi su un canale che ha come obiettivo d’ascolto l’
8% di share. Uno
sdoppiamento del programma, così come accade per il tribunale di
Forum?
Non si sa. Se, invece, come sempre più prepotentemente è dichiarata
alta per probabilità, la possibilità che i diritti stiano di nuovo
nelle mani di mamma Rai, il panorama appare
ancor meno delineato. In questi tre anni si è rivista e
rivistata completamente
la domenica pomeriggio dei primi due canali di Stato.
RaiUno, con la sua
Domenica In, ha dato luogo ai
tre segmenti, e un ritorno di
90° minuto - che, per diritto di cronaca,
esiste ancora, ma con altre vesti e su un altro canale,
RaiTre, dedicandosi alla
Serie B -
sconvolgerebbe i piani ancora una volta proposti per l'autunno venturo. Un
Baudo dimezzato in marchette, una Bianchetti privata
di diete, di politica e
di canzonette o un
Giletti con
meno liti in studio? Per quanto riguarda
RaiDue, abbiamo già avuto modo di dire come si sia
eccellentemente reinventato Quelli che il calcio capitanato da
Simona Ventura, divenendo
sempre più varietà,
contenitore, che programma d’approfondimento calcistico istantaneo. Un tuffo al passato, per quanto desiderato, presagirebbe un rischio: uno
snaturamento, rispetto
all'evolversi a cui sinora è stato soggetto per
volontà propria e per
necessità dovuta, il programma. Ciò che è da chiedersi è se veramente
i diritti, oggigiorno,
valgano realmente così tanto - pare che le cifre si aggirino
attorno ai 60 milioni di euro -, quando poi
il godersi gli
highlights, da un punto di vista
commerciale e non, verso le sei di pomeriggio è
già parzialmente saziato. È meglio un
sano ritorno alle origini o preferibile il
dire "addio" ad ogni tipo di filmato sulle partite che non sia precedente la seconda serata? Anche in questo caso, a fare la differenza,
sono i soldi. Se venisse chiesto di meno, sicuramente, tra le due possibilità, è chiaro
a quale verrebbe data maggiore importanza.
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