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venerdì 7 novembre 2008

MASSIMO CIAVARRO: "ALL'ISOLA AVEVO UN SOLO PENSIERO: SOPRAVVIVERE"

Sicuramente è stato uno dei migliori naufraghi di quest’edizione, la sesta per la precisione, de L’Isola dei Famosi fin quando, arrivato al giorno 35, un dolore acuto poi identificato in un’ulcera perforante lo hanno costretto ad abbandonare il gioco affinché potesse lottare per la vita, quella vera. Massimo Ciavarro è stato questo sulla spiaggia più famosa dell’Honduras. Silenzioso, ma determinato. Educato, ma grintoso. Il modello del concorrente perfetto. C’è poco da fare, però, quando entrano in ballo altre costanti, la salute in primis. Ed è così che ha dovuto dire addio ai suoi compagni naufraghi. Ecco un’intervista tratta da Sorrisi & Canzoni Tv da lui stesso rilasciata.

Quando leggerete quest’intervista, potreste aver già visto in tv il volto ripulito di Massimo Ciavarro. È fuori pericolo, ormai, e non vede l’ora di rassicurare il pubblico in diretta. Ma al momento di questa chiacchierata Ciavarro si trovava ancora ricoverato nella sua stanza del Jackson Memorial Hospital di Miami. Scombussolato, debole, senza voce e senza respiro. È la sua prima vera intervista da quando, il 19 ottobre, ha visto la morte in faccia, nel vero senso della parola. L’ha vista quando meno se lo aspettava, mentre sistemava il tetto della capanna sull’ “Isola dei famosi”.

Che cos’è successo, esattamente?
Ho sentito una fitta fortissima al ventre. Un dolore indescrivibile.

Chi era con lei in quel momento?
L’operatore e una ragazza della produzione. Hanno chiamato loro il dottore.

In quanto tempo è arrivato?
Un quarto d’ora. Il dottore della produzione è di stanza nell’Isola.

La prima diagnosi?
Il medico pensava a un’appendicite.

Invece era un’ulcera perforante.
Errore scusabile, in una diagnosi veloce. I sintomi sono gli stessi.

L’elicottero non era disponibile.
Pura sfortuna. A quel punto il trasporto è avvenuto in barca.

Non l’ideale, in quello stato.
Decisamente la fase peggiore. Il dolore più forte che abbia mai provato.

Poi una delicata operazione in un ospedale honduregno.
Adolfo Alvir, il chirurgo che mi ha operato, è un uomo semplicemente eccezionale.

Farsi operare in un ospedale dell’America Latina è un’esperienza estrema.
Falso, almeno per me. Sono stato trattato benissimo.

Aveva capito che rischiava di morire?
Stavo troppo male per capire qualunque cosa.

A un certo punto, però, avrà avuto paura per quello che le poteva succedere.
Certe cose fanno più paura viste da fuori. Non si può aver paura di morire mentre si concentra ogni sforzo per provare a sopravvivere.

Niente da amputare alla produzione del programma?
No, niente.

Eppure nei giorni scorsi è girata la voce che ci fossero in ballo gli avvocati.
Ripeto, la produzione ha fatto tutto ciò che ha potuto. Sono stati tutti impeccabili, dal primo all’ultimo. Perfino i due ragazzi della produzione che erano al mio fianco quando mi sono accasciato cercavano di rincuorarmi tenendomi la testa.

Le hanno spiegato i motivi di quello che è successo?
Forse è stata una serie di concause. La fatica, lo stress, la fame, gli antidolorifici e lo stomaco vuoto.

Antidolorifici a stomaco vuoto?
Giorni prima mi ero strappato i tendini della spalla. Non potevo non prenderli.

A stomaco vuoto?
Sono grande e vaccinato. Sapevo quello che stavo facendo e me ne sono assunto la responsabilità.

Rifarebbe tutto, con il senno di poi?
Sì, perché l’Isola è un’esperienza unica, anche se estrema. Ad averlo saputo, sarei stato più attento con la spalla. Da quell’infortunio sono derivate tutte le altre sfortune.

Dunque sull’Isola è tutto vero. Fame, disagi, sofferenza.
Tutto vero. Molto più vero di quanto io stesso pensassi. Non mi aspettavo che fosse così dura. Una mazzata.

Il suo rammarico più grande?
Non essere riuscito ad arrivare fino in fondo.

Che importanza può avere oggi?
Mio figlio aveva scommesso 500 euro sulla mia vittoria.

Solo per questo?
No. L’isola parte come un gioco, ma poi ti prende la mano. Prima è una sfida con te stesso. Poi, quando inizi ad adattarti alle nuove condizioni, parti a fare i conti. Mancavano quattro settimane e non ero in nomination. Dunque, per altre due ero di certo ancora in gioco. Potevo farcela.

Ma non è più importante aver salvato la pelle?
Certo. Ma in quelle condizioni scattano dei meccanismi mentali inspiegabili, direi quasi perversi. Dici che il gioco a te non interessa, ma inizi a elaborare strategie, a sospettare complotti, a fare calcoli assurdi.

Per la gioia del pubblico.
A questo non ho mai pensato. Sono andato sull’Isola per allontanarmi da tutto, per non farmi vedere. Anzi, se mi metto a pensare alla morbosità della gente mi avvilisco.

La sua ex moglie Eleonora Giorgi in questi giorni ha dichiarato che lasciarla è stato un grande errore.
Davvero?

Davvero.
Questa è Eleonora. Una matta. In quegli anni non so che cosa le sia capitato. Fu un momento, ma tanto bastò. Quello che conta oggi è che abbiamo trovato un modo per restare in buoni rapporti. Nostro figlio è cresciuto sereno. Ci vogliamo bene. E lavoriamo insieme.

Nient’altro?
Mi dispiace per quello che è successo, non posso negarlo. Ma oggi siamo tutti e due contenti così, credo.

Chi vincerà l’Isola?
Alessandro, spero. Si è rivelato uno in gamba, sa quello che vuole.

Guarderà le prossime edizioni dell’Isola dei Famosi?
Credo proprio di sì.

Guarderà altri reality?
Credo proprio di no.

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