La televisione vive di pubblicità. Si nutre dei suoi introiti. È assoggettata da essa. Senza pubblicità, quindi, non c’è investimento e, di conseguenza, non c’è sviluppo alcuno, a livello puramente televisivo. E su questo abbiamo anche ampiamente discusso in tempi neanche tanto lontani. Che però la pubblicità divenisse forza motrice per la nascita di veri e propri spazi all’interno del circo mediatico, no. O meglio, si sa benissimo quanto la reclame a contorno di una trasmissione o lo spazio cosiddetto di televendita sia fruttuoso, quanto effettivamente renda. Ma non si sa cosa c’è al di là di tutto ciò. Acquirenti, cifre, contratti. Tutto quello che, quindi, è propedeutico, ad esempio, al dare origine al determinato canale monotematico o a fissi spazi pubblicitari piuttosto estesi che ne regolano a loro piacimento l'idea base: vendere. Vi proponiamo, per questo, un interessantissimo pezzo tratto da Il tempo che fa un po’ di luce su un mondo tenuto, forse, un po’ troppo all’oscuro:Nemmeno il timore di eventuali errori nell'acquisto sembra creare ostacoli: le regole sul diritto di recesso sono rigidissime, e in molti ormai hanno studiato metodi per garantire al massimo il cliente. «Abbiamo un palinsesto con una programmazione continua, in onda su due canali Sky e sulle tv locali di alcune regioni, che ogni tre ore e mezza cambia e in cui i diversi oggetti vengono proposti a prezzo fisso. La telefonata del cliente da casa costituisce non un impegno per lui a comprare, bensì un impegno unilaterale per noi a presentargli l'oggetto. Solo a quel punto deciderà se acquistarlo o meno. E, se ci ripensa e non lo vuole più, nemmeno deve spiegare perché. Se invece lo compra, ma ci ripensa comunque, nessun problema: nei dieci giorni successivi può avvalersi del diritto di recesso».
Strategie non troppo dissimili quelle utilizzate anche da altre aziende: che spopolano in tv con pentole e articoli per la casa, tappeti e elementi d'arredo, materassi tradizionali e di ultima generazione, cuscini, reti ortopediche. E anche in questi casi, attenzione e garanzie per il cliente sembrano moltiplicarsi. «Noi ci stiamo orientando sempre più sulle telepromozioni che non sulle televendite - spiega Bruto Fabricatore, titolare con il padre Eduardo e il fratello Davide dell'azienda Fabricatore, produttrice di materassi in lattice - Quando la persona ci chiama, noi le mandiamo a casa su appuntamento un consulente, che espone i prodotti attraverso campionario. Non portiamo il materasso in lattice, bensì un campione di esso, insieme a brochure illustrative. Solo poi il cliente decide se acquistare o meno». Anche qui la presenza sul territorio è fondamentale: «Abbiamo selezionato le 15-20 emittenti locali più importanti. Per il Lazio siamo su 7 Gold, Super 3 e Tele Studio. Ma siamo anche su Rai e Mediaset, nonché inserzionisti fissi del programma Melaverde». Gli affari vanno bene: «Abbiamo un fatturato di 17-18 milioni di euro, con circa 20.000 clienti nuovi ogni anno, e una percentuale di riacquisto del 5-6%, senza alcuna sollecitazione da parte nostra. I clienti si trovano bene con noi: così poi ci richiamano per nuovi acquisti». E il pubblico? Anche qui, rigorosamente "generalista". «Andiamo dalla casalinga, dalla famiglia media italiana in su: professionisti, medici, ma anche tanti vip». Insomma: tutti pazzi per le televendite.

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