Ogni lunedì osserviamo 
sagacemente quanto è accaduto nei sette giorni precedenti la nostra analisi ai beniamini del pubblico, coloro che hanno visto 
nascere e, in un certo qual senso, anche grazie al proprio modo d’essere, 
crescere, tutti quelli che in un recente passato hanno fatto parte di un reality show che vede sbocco effettivo nel 
mondo della musica, tanto complesso quanto aureo. Mai come quest’anno, e molteplici sono state le occasioni per giustificare questa nostra affermazione, c’è stato un vero e proprio 
boom di nuovi artisti nati direttamente dai talent show, primi fra tutti, naturalmente, 
Giusy Ferreri che, grazie alla sua 
Non ti scordar mai di me scrittole da
 Tiziano Ferro - forse, ma rimaniamo nell’ambito dell’ipotesi, vera forza motrice di questo incredibile successo -, ha rotto ogni record di persistenza al
 primo posto in classifica partendo da una presunta (e non reale) 
verginità discografica, e 
Marco Carta, sicuramente aiutato dal 
grande seguito che è stato propedeutico anche alla sua vittoria nella trasmissione 
Amici di Maria De Filippi. Sono tanti i casi in cui, però, la 
spiccata bravura non ha diretta 
conseguenza in una straordinaria 
affermazione. Alcuni esempi?
 Silvia Aprile di 
X Factor, la cui grazia e leggiadria vocale erano da premiare seduta stante; 
Karima Ammar della sesta edizione di 
Amici, quando la potenza e la capacità di emozionare si fondono in un unico elemento, quale una singolare bellezza; 
Simonetta Spiri, la sarda di Amici 7 che con le sue cover faceva toccare il cielo con un dito; Cassandra De Rosa, appartenente al novero partecipante alla settima edizione della scuola costituita dal genio di 
Maria De Filippi, per la quale ci siamo già 
interrogati e abbiamo già avuto risposta; 
Roberta Bonanno. Semplicemente 
Roberta Bonanno che vuol essere, quest’oggi, oggetto principale di questa personale riflessione.
Roberta ha 
22 anni, nasce nel capoluogo lombardo e vive a
 Gaggiano, un piccolo e bel comune in provincia di 
Milano. Si mette in mostra nella trasmissione per il suo 
forte carattere, motivo di spaccatura e discussione nei telespettatori. Quella che è la sua innata 
determinazione è scambiata per spirito e 
volontà di primeggiare. La sua 
naturalezza nel rispondere alle critiche mossole mai con reale calma, sintomo perciò di una 
grinta e di una
 maturità rara, è direttamente (e 
ingiustamente) mutata, secondo il sentire comune, in 
acidità, in superbia. Un carattere
 invidiabile ed invidiato, magari troppo al limite. Uno dei classici che è soggetto o ad amore o ad odio, uno di quelli
 che spacca e che divide i fans. L’egocentrico ed accecato tifo, a volte, precludono la possibilità di 
apprezzare quanto di bello c’è e viene presentato, in maniera molto generica. Quando il pubblico è sfaldato in due 
opposte fazioni, i blu e i bianchi nel caso specifico, chi parteggia per gli uni,
 incondizionatamente e poco oggettivamente, 
non dà risalto a quanto di buono c’è dall’altra parte e viceversa. Solo una porzione, per queste ragioni, ha realmente apprezzato l’indicibile perfezione vocale della 
Bonanno. Pochi. Davvero troppi pochi.
Una 
perfezione sistematica nell’intonazione che sporadicamente vede sbavature, un timbro 
puramente soul con richiami al pop che 
emoziona in maniera rara (ascoltare 
Prendimi così o
 L’ultima bugia tratti dal suo EP
 Non ho più paura per avere la 
dimensione di quanto scritto e letto), una voce che entra dritto nel 
cuore di chi l’ascolta. Una delle 
più belle voci che 
Amici abbia mai avuto modo di formare nel suo insieme se non, forse in maniera azzardata, 
la migliore. Eppure, ciononostante, proprio il suo primo lavoro discografico 
non ha avuto, a fronte di queste più che positive qualità,
 il successo che i fans auspicavano. 
Perché?
Proviamo a ragionare per assurdo. Se la
 bravura, nella vita, fosse 
diretta causa a partire dalla quale il
 successo è conseguente, 
Roberta avrebbe sfondato senza giustificazioni altre. Entrano in gioco, quindi,
 alcune costanti che alterano questo naturale corso. 
Giusy Ferreri e, in minor tono, 
Marco Carta hanno fatto benissimo. L’una aiutata dal suo timbro e dal sensazionale 
battage pubblicitario, l’altro dalle 
orde di fans che, per la maggiore, ammettiamolo, lo amano più per una
 questione fisica che prettamente emozionale. Quali quelle costanti che determinato questo 
cammino altalenante della 
Bonanno, che abbiamo 
riscontrato anche nella classifica di quest’oggi? Prima di tutto la
 faziosità di cui sopra. Sono poche le persone che valutano 
Roberta per l’
eccezionale capacità artistica, in quanto le opinioni profondamente viziate da strascichi di spasmodico e mortificante tifo. La 
pubblicità, poi, ha fatto il resto. Se l’una è presentata così come è stato fatto e ampiamente noto e l’altro nel 
live di Cagliari contiguo la fine della trasmissione, i
 risultati raggiunti, solamente reggendo sulle proprie spalle, 
sono assolutamente da apprezzare, trattandosi di un’emergente assoluta. È perciò sbagliato parlare di flop e tantomeno di risultato deludente. Mai come in questo caso la seconda possibilità è la
 chance decisiva, per il risultato della quale il 
cammino trova direzione definita da seguire. 
Roberta Bonanno, quindi, vittima di un sistema dal quale è rimasta 
soffocata e considerato il quale ogni risultato raggiunto è da vedere 
come positivo.
Perché, quindi, incensare solo l’oggettiva 
bellezza timbrica di 
Carta e della 
Ferreri, tralasciando, ingiustamente, la 
perfezione della Bonanno? Io, personalmente, non lo faccio. E spero che
 un successo similare se non maggiore, magari contando su un quantitativo di tempo incrementato, 
baci anche la milanese capace di regalare mille e più emozioni non solo, si auspica, ai molteplici 
Bonannini e alle disparate
 Bonannine.