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domenica 7 settembre 2008

PINO DANIELE CONTRO GIUSY FERRERI E MARCO CARTA: QUESTIONE DI... INVIDIA?

È stato l’argomento preferito della nostra estate televisiva. Vi abbiamo aggiornato con le classifiche settimanali, vi abbiamo tenuti incollati con tutte le ultime loro interviste rilasciate e, ovviamente, se per la stragrande maggioranza del popolo del web questo era motivo di gioia, ulteriore occasione per sostenere strenuamente i propri beniamini, dall’altra c’era chi ne rimaneva, inevitabilmente, scocciato. Ma si parlava (e, badate bene, si parla ancora) di un fenomeno. Uno di quelli su cui non si può tacere, quell’onda da cavalcare per le mille e più sfaccettature intrinseche e scaturente riflessioni e opinioni di ogni tipologia e di ogni genere. Il reality show ha, metaforicamente, dato pane da mangiare a praticamente tutto il mondo dello showbiz. Su di esso, parassitariamente, hanno tratto argomenti di discussione trasmissioni televisive; da esso hanno attinto tematiche da sviluppare le riviste; lo stesso ha dato i natali ai personaggi che imperversano sul piccolo schermo, senza avere né arte né parte, e anche in locali per fantomatiche serate.

Attenzione, però, a non fare di tutta l’erba un fascio. Se è vero, dato il pensiero dei più, che questo grande troncone televisivo sia diretta testimonianza del declino della televisione italiana, è pur vero come, contrariamente, proprio questa primavera due prodotti di succitato genere abbiano dato origine ad alcune delle voci che hanno fatto faville nella discografia italiana degli ultimi mesi. A chi ci riferiamo, neanche tanto implicitamente, è facile capirlo. Due nomi su tutti? Marco Carta e Giusy Ferreri. Vincitore di Amici il primo, il reality show di Canale5, seconda classificata ad X Factor la seconda. Quest’estate hanno venduto, ed hanno venduto tanto, svestendosi, armandosi di forza di volontà e di un pizzico di fortuna, di un marchio aprioristicamente attaccatosi alle loro forme, alle loro persone. Quando si proviene da un talent, il pregiudizio è alla base di ogni possibile commento a qualsiasi lavoro successivamente avente avuto vita. Il circo mediatico ha fatto in modo che ciò avvenisse, senza capacità né volontà alcuna di rimedio.

Criticando obiettivamente quello che può essere un concerto live, un lavoro discografico su cui v’è il logo di un reality, o qualsiasi altro progetto o lavoro, due possono essere gli animi a riguardo: se si è fan accaniti, accecati da uno spasmodico tifo, si dipinge tutto sotto aurei e brillanti colori; se si è adirati da tale successo, almeno seguendo quelle che sono le primarie impressioni, si getta fango su ciò. In merito si è espresso Pino Daniele, il noto cantante napoletano che, con una punta di sottile e rinvenibile invidia la quale, al tempo stesso, può essere tale solo apparentemente, ha affermato:
Sono in testa alle classifiche? Ma quelle classifiche contano qualcosa? Si tratta soltanto di intrattenimento momentaneo e cantanti di passaggio, frutto di format copiati dagli inglesi e dagli americani, trasmissioni che sono molto lontane da come si dovrebbe parlare di musica in tv.
Negazione di un evidente successo e di un innegabile talento, parallelo ripudio di ciò che afferma un artista sul panorama discografico e di ciò che è visibile ad occhio nudo, quali le vendite, e per di più frecciatina che più esplicita non si poteva ai talent. La domanda, da parte di chi ha letto questo intervento con un pizzico di livore, è lecita: perché un interprete del suo calibro si sente in dovere di mettere i puntini sulle i e di porre differenza tra chi come lui e chi, invece, reduce da un reality? Allora, forse, avevamo ragione quando parlavamo di preconcetto nutrito ed alimentato a partire dall’etichettamento violento. Un altro interrogativo, forse di minore tono rispetto alla situazione globale: come bisognerebbe parlare di musica in televisione? Abbiamo già detto come questa non funzioni più, e quelle che sarebbero dovute essere le testimonianze di questo credere, come il concerto live in onda su RaiUno, hanno fatto un grande buco nell’acqua. Se non si tratta di una sottile punta di gelosia, di cosa, allora?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

fa sempre cosi. poi fa i trappoloni invitando la gente ai suoi concerti per farli fischiare.come ha fatto con d'alessio

El Barto ha detto...

Bravo Alessio! Daniele è sempre stato un po' incoerente e un po' troppo defilato... Poi voglio vedere quando, ovviamente se avverrà, inviterà ad un concerto uno di questi due. I fischi a lui li devono fare.

Anonimo ha detto...

Pesantee...il Pino Daniele di Je so'pazzo non c'è più. Peccou.