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lunedì 8 settembre 2008

ODDIO, LA RUOTA E I VIP!

Chi ne aspettava la messa in onda, il cui inizio è stato segnato in data odierna, è stato soddisfatto. La ruota della fortuna è ritornata e, per non meglio specificato motivo, ha portato insieme a sé delle novità. Come già accaduto nella scorsa edizione, anche questo nuovo anno è stato aperto con la conduzione di Enrico Papi, reduce dal cocente flop di Jackpot, fate il vostro gioco, preserale di Canale5 appena mandato in soffitta per la naturale sostituzione con Chi vuol essere milionario?, e la co-conduzione di Victoria Silvstedt, che, come una brava alunna, svolge il suo piccolo compito, quello dell’impersonificazione della classica oca senza cervello, senza sbavatura alcuna. Nessun cambiamento per quanto riguarda la scenografia che, personalmente, ho sempre ritenuto un po’ scarna, un po’ vuota nel suo insieme ed a tratti anche un po’ strana, per quell’enorme distanza che c’è tra la protagonista del gioco, la ruota a spicchi indicante le disparate cifre, e gli spettatori, abissale, accentuante una freddezza respirabile anche attraverso il teleschermo per i funerei colori adottati per, appunto, la scenografia. Quest’anno, però, la vera novità era rappresentata da un cambio di intitolazione, soggetto ad una particolare quanto importantissima aggiunta. La ruota della fortuna vip, questo il nuovo nome. E dietro quel vip, mai come questa volta, si nascondeva un mondo, un universo da decifrare, anche per la sua applicazione ad un gioco che di tali non ha mai vissuto.

Il meccanismo o, meglio, la novità pensata per esso, finalmente svelato, tenuto segreto quasi fosse un arcano, un segreto di Stato è che, reduce dalla riuscita (?) di quanto accaduto in una versione speciale della trasmissione andata in onda in primavera, a partecipare, oltre i singoli concorrenti, sono, in accoppiata, i vip. E, come testimoniato, leggemmo tale introduzione di personaggi famosi (vada per Alessandro Cecchi Paone, ma fare un equazione "vip uguale Melita Toniolo" o " uguale Costantino"…) come un espediente per partire non solo con il botto, ma per alimentare un appeal che nel corso del tempo, durante quei cinque ininterrotti mesi di programmazione, vide normale, ma a tratti straniante, flessione. Evidentemente quanto implicitamente è stato presagito da chi era solito seguire la trasmissione è accaduto. L’immissione delle coppie di concorrenti di natura mista, vip e nip, non ha di certo aiutato il programma, ridotto nella sua durata a soli 30 minuti, e non più 45, anzi. Ha decretato la cosiddetta mazzata finale (o iniziale?). Un congegno, quello della Ruota, che ha dimostrato, pur dopo 4 anni di pausa, di saper funzionare alla perfezione, ma che, come ogni qualsiasi normale macchina, dopo un utilizzo ininterrotto mostra la corda. Un qualcosa che si cercava di evitare, quest’anno. I personaggi famosi, mai prima di ora partecipanti di questo programma, come già detto prima, non danno nulla di più se non un accelerazione nella scatenante reazione di aumento del tasso di noiosità che avrà il sopravvento, perciò, nel giro della messa in onda di poche puntate, e per questo non protraibile a lungo termine.

E come accogliere la notizia che il campione non ritorna la puntata successiva? Una delle prerogative, una di quelle caratteristiche dei quiz di un tempo che, per adattarsi alla moda moderna, quella del concorrente di puntata (o, a volte, della mezza puntata) non vede più vita. Sarà anche un’impressione troppo violenta da esprimere avendo guardato una sola puntata, o forse reputabile come frettolosa. Ma se già prima c’era un presentimento, adesso questo è pura e mera realtà. Auspicabile o utopistico un sano ritorno alle origini? Per ora la Ruota necessita di... un altro giro!

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