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sabato 6 settembre 2008

IL VOLUME DELLE PUBBLICITA' IN TV. TOGLIETECI TUTTO, MA NON I NOSTRI TIMPANI!

Alzi la mano chi non si è mai catapultato sul telecomando pur di annullare, del tutto, il volume della propria televisione, quando ci si accorge che il sonoro è simile a quello di uno stadio interamente esultante ad un gol. Vi è mai capitato di focalizzare per bene il prodotto oggetto della pubblicità altamente sonoro, non per comprarlo, anzi, ma per "odiarlo" profondamente, con tutte le forze, eguagliando, per quanto possibile, lo stesso odio che i vostri timpani hanno per la merce protagonista del promo? Vi è mai successo di ringraziare quotidianamente chi, con grande genialità, ha pensato al tasto "muto" di cui, fortunatamente è dotato ogni nostro telecomando? A me, si. Ebbene, sempre più spesso ci si ritrova dinanzi ad una televisione che sovrasta le nostre voci, annulla qualsiasi discussione, echeggia nelle nostre case, con prepotenza e modi bruschi. Il tutto in occasione di pubblicità e sigle. Un problema che in verità, mi ero sempre posto, e proprio per questo, colgo l'occasione per riportare questo interessante articolo de Il Messagero al proposito.
In tv sigle e stacchi musicali a tutto volume: troppi sbalzi sonori e non è solo pubblicità
di Marco MolendiniROMA (5 settembre) - Capita sempre più spesso: guardare la tv e dover afferrare precipitosamente il comando per abbassare il volume. La prima a usare il sistema spaccatimpani per richiamare l’attenzione è stata la pubblicità. Un metodo invasivo, a volte addirittura violento per imporsi. Come si fa quando si alza la voce per farsi ascoltare, magari sovrapponendosi ad altri che parlano. Sostanzialmente un espediente di grande maleducazione, ma anche un modo per dire "chi comanda siamo noi, il resto conta meno". Più volte ci sono state proteste, più volte ci sono stati inviti a smetterla o, quantomeno, a contenere gli sbalzi. Ma senza effetti. Anzi, quel metodo da qualche tempo va dilagando nel panorama televisivo, non solo per gli annunci pubblicitari. Per esempio nell’uso degli stacchi. Lo fa in modo abbastanza plateale Sky Tg, ma anche gli altri tg non evitano di strombazzamenti. La verità è che le sigle, in quasi tutte le trasmissioni, vengono tenute a un livello sonoro fastidiosamente superiore rispetto al resto, soprattutto rispetto al parlato. Non ci vorrebbe nulla (solo volerlo) ad armonizzare il tutto, anche perché dubitiamo che quel trucco acustico possa avere effetti di richiamo tali da condizionare positivamente gli ascolti. C’è, però, un altro choc da volume, quello che accompagna lo zapping, specie se ci si addentra nella giungla satellitare. Gli sbalzi da un canale all’altro sono frequentissimi, spiacevolissimi, nettissimi. Possibile che non ci sia un modo per evitarlo?
La pubblicità, è inutile negarlo, ne abbiamo anche parlato, è il vero motore della televisione. Si lavora, si progetta, si produce, nella maggior parte dei casi, più pedr raccimolare ed assicurare una certa percentuale di pubblico alle promozioni, che per altro. Specie nella televisione privata. Una pubblicità spesso martellante, e che sempre più spesso, con un certo cipiglio, si diverte ad interrompere i momenti salienti di un film o di una partita. Un meccanismo che fa perdere la pazienza, toglie qualsiasi speranza di guardarsi la tv in tranquillità. Toglietemi tutto, ma non i miei timpani!

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